sabato 12 ottobre 2013
«Il governo non si caratterizza per quanto dura, ma per le cose che fa. Se fa le cose utili noi lo sosteniamo», ha detto il sindaco di Firenze dal palco della Fiera di Bari, aprendo la campagna per la candidatura alla segreteria del Partito democratico.
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Matteo Renzi apre la sfida per la leadership del Pd. Il sindaco di Firenze lancia dalla Fiera di Bari il suo programma per la candidatura a segretario democratico, e attacca la classe dirigente degli ultimi 20 anni: "L'establishment ha fallito; abbiamo perso tempo, senza risolvere i problemi delle persone", le parole del rottamatore all'inizio del suo intervento dal palco. "È il momento di cambiare. Noi siamo qui per ridare speranza".

Non manca una bacchettata al suo stesso partito, alle prese da tempo con dissidi interni e scelte che hanno allontanato i cittadini: "Se continua come adesso non vince: allora non serve".

Renzi poi boccia l'indulto e l'amnistia sollecitati dal capo dello Stato Giorgio Napolitano per svuotare le carceri: "Un clamoroso errore, un autogol". Non si può spiegare ai ragazzi il valore della legalità, se poi "ogni sei anni quando abbiamo le carceri piene buttiamo fuori qualcuno".
Quanto al governo di larghe intese, guidato dal compagno di partito Enrico Letta, Renzi parla chiaro: "Non si caratterizza per quanto dura, ma per le cose che fa. Se fa le cose utili, noi lo sosteniamo".
Non si fanno attendere le repliche degli sfidanti. "Cambiare verso l'Italia? Un bene, ma dipende da quale direzione", afferma Gianni Cuperlo. Per Pippo Civati, servono "precise scelte di campo". Gianni Pittella propone infine di aprire il partito "all'esterno".

 

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