martedì 8 luglio 2014
​​"Non si parli solo di limiti e vincoli". E sulle riforme avverte: le faremo nonostante i signor "no". Ripresa del dialogo Pd-M5s sulla legge elettorale.
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Ma​tteo Renzi in Europa come in Italia: riforme contro i niet della burocrazia e dei tecnocrati. Il presidente del Consiglio, oggi a Venezia, ha spiegato "l'Europa si salva con le idee e non con i limiti". "Se parliamo solo di limiti, di vincoli e di sossier burocratici ehc edividono ipaesi perdiamo un'opportunità" ha detto. In chiave italiana il premier ha spiegato che il governo è determinato a "portare a casa il risultato" delle riforme perchè "vogliamo troppo bene al Paese per lasciarlo a chi dice solo no e disfa i progetti altrui". Un messaggio che sembra diretto ai Cinque Stelle, ma forse non solo a loro, con i quali peraltro sembra sbloccata l'impasse sull'incontro saltato ieri: è stato il vicesegretario Lorenzo Guerini, infatti, a spiegare che la lettera dei grillini con le risposte alle dieci domande poste dal Pd, precondizione a qualsiasi ipotesi di incontro, è finalmente giunta e che il vertice si terrà la prossima settimana. Tuttavia, Guerini ha voluto ribadire che il perimetro della discussione rimane quello fissato nel patto del Nazareno e tradotto nel testo dell'Italicum. Non mancano, poi, i malumori in seno agli stessi Cinque Stelle: alcuni dissidenti fanno trapelare il loro disappunto per il ruolo di timoniere che Luigi Di Maio ha assunto nella traversata dal MoVimento barricadero a quello 'istituzionalè. I "signor no", tuttavia, non si annidano solo nel Parlamento italiano. Prova ne sia la dura presa di posizione del Ppe a Strasburgo che, con Manfred Weber, si è detto contrario all'ipotesi di una maggiore flessibilità nell'applicazione del patto di stabilità, e dei vertici di Bundesbank e Spd: Jens Weidmann, numero uno della BuBa, aveva infatto stigmatizzato l'ipotesi di concedere maggiori margini di flessibilità nel rispetto del rapporto del tre per cento fra deficit e Pil a quei paesi seriamete impegnati nele riforme. Ma Weidmann, come rilevato oggi anche dal ministro Padoan, non fa parte del governo tedesco con il quale "l'Italia è in sintonia". A questi 'signor no europeì Renzi fa sapere che "noi le riforme le facciamo perchè l'Italia torni a essere leader". "Piaccia o non piaccia ai frenatori portiamo a casa il risultato sulla riforma costituzionale, sulla legge elettorale, sul lavoro, sulla giustizia", ha detto il presidente del Consiglio. "Vogliamo troppo bene all'Italia per lasciarla in mano a chi dice solo no", ha concluso Renzi. E mentre imperversano le polemiche, il lavoro sulle riforme va avanti con la prima Commissione del Senato entra nel vivo dei lavori: accantonati gli articoli che riguardano l'elezione del Senato e le modalità di scelta del futuro Presidente della Repubblica, la commissione Affari Costituzionali affronta nel pomeriggio la riforma del Titolo V della Costituzione con l'esame degli emendamenti all'art.117 che riguardano il rapporto Stato-Regioni. Giovedì il testo dovrebbe
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