venerdì 20 maggio 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Il governo spinge sul calo tasse, ma i margini Ue restano stretti ROMA Itavoli di lavoro sulla legge di stabilità sono già aperti. Incassato il via libera europeo alla flessibilità in deficit sia per quest’anno che per il prossimo, le ipotesi circolano, a partire da quelle rilanciate mercoledì da Matteo Renzi. Il pallino del governo è quello di alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio. Ma in ballo ci sono anche gli 80 euro ai pensionati e il nodo del rinnovo della decontribuzione per i nuovi assunti. La decisione su cosa inserire in manovra – e su come farlo – verrà presa più avanti, a ridosso della presentazione della legge di bilancio. La prima opzione sarebbe dunque quella di anticipare l’operazione sull’Irpef, sostituendola o aggiungendola – risorse permettendo – a quella sull’Ires. Il taglio dell’imposta sul reddito di impresa è già a bilancio per 3 miliardi. Una piccola sforbiciata alle aliquote intermedie dell’Irpef costerebbe più o meno la stessa somma, ma l’impatto sui redditi dei lavoratori sarebbe modesto. Mettere mano seriamente all’Irpef, riducendo per esempio da 5 a 2 aliquote, costerebbe invece una cifra monstre, tra i 30 e i 40 miliardi. La seconda opzione sul tavolo, sponsorizzata tra gli altri dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini (e per cui spingono peraltro anche Commissione Ue, Fondo monetario, Bankitalia e persino Standard & Poor’s), sarebbe quella di intervenire in forma strutturale sul costo del lavoro. Più ravvicinato della manovra dovrebbe intanto essere l’appuntamento con la nuova voluntary disclosure. La riedizione del provvedimento sul rientro dei capitali potrebbe arrivare entro luglio o forse entro l’estate. Il progetto è in fase di discussione, ma anche in questo caso i termini dell’operazione sono ancora in esame. Maurizio Bernardo (Ap), presidente della Commissione Finanze della Camera, propone di «graduare le sanzioni commisurandole ai tempi con cui i contribuenti procederanno o hanno proceduto alla regolarizzazione ed escludere in maniera assoluta condoni e ipotesi di sanatorie di illeciti non fiscali». In un primo momento comunque, gli incassi – stimati a spanne tra 1 e 2 miliardi – non dovrebbero essere utilizzati per coprire misure della stabilità. Già lo scorso anno fu messo simbolicamente a bilancio un euro di introiti e le risorse sono state poi utilizzate in corso d’opera una volta ottenuta una previsione plausibile di gettito. Trattandosi comunque di entrate una tantum non potrebbero finanziare provvedimenti strutturali. Ieri il premier Matteo Renzi ha incontrato l’omologo olandese Mark Rutte, presidente di turno del Consiglio Ue. Oggi a Roma avrebbe dovuto tenersi invece un vertice sulla crescita tra i leader europei di area socialista, tra i quali il francese Hollande, lo spagnolo Sanchez e il presidente dell’Europarlamento, il tedesco Scultz. L’incontro è stato rinviato dopo la tragedia del volo Egyptair tra Parigi e il Cairo. L’INCONTRO Il premier Matteo Renzi ha ricevuto ieri a Palazzo Chigi Mark Rutte, il primo ministro dell’Olanda (a destra nella foto).
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: