sabato 26 marzo 2016
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ROMA «Non c’è nessuna emergenza, nessun naufragio. Il motivo per cui il governo è qui siamo noi lampedusani». Ha sete di normalità, Giusy Nicolini, il sindaco dem del luogo-simbolo dell’accoglienza italiana ai migranti. E a Matteo Renzi, sbarcato sull’isola per celebrare il 59esimo anniversario dei Trattati istitutivi dell’Unione, chiede poco, cose quasi banali: un campo di calcio, mettere a posto la scuola con mille alunni... Il premier è lì, ascolta, annuisce. Ma non rinuncia a mettere l’asticella più in alto, nel suo stile: «Si chiede da tempo di trasformare Lampedusa in una grande zona franca, credo che questo sia opportuno da parte dell’Europa. Sarebbe una restituzione». La visita del premier (la prima in questa veste) è breve. Arrivo intorno alle 16 insieme al ministro dei Trasporti Graziano Delrio, riunione con il sindaco e con alcuni comitati di cittadini. Poi il punto stampa nella nuova sala congressi - dalla forma di barca - ricavata nei locali dell’Area marina protetta Isole Pelagie. Quindi una visita alla spiaggia dei conigli, e la ripartenza alle 19. Miele ed elogi a Nicolini e agli isolani. Sferzate all’Ue. «Questo è il cuore non geografico, ma spirituale, dell’Europa. Qui si è fatto ciò che tutti gli europei dovrebbero fare, sono state salvate migliaia di vite. Di fronte a una grande emergenza, Lampedusa è rimasta umana. Perciò è l’orgoglio di tutta l’Italia. Guai a pensare che di fronte alle tragedie del nostro tempo si possa far finta di niente o essere superficiali ». Un messaggio che, spiega Renzi, è ancora più rilevante nel «Venerdì Santo, giorno del dolore per i cristiani». Ora l’obiettivo è non mettere sull’isola un’etichetta a vita. «Se si organizza bene l’accoglienza e il primo soccorso si può vivere bene da noi – spiega Nicolini –. Ciò che serve è ridurre la distanza dalla Ue per quello che può essere il riscatto della frontiera. Sul Mediterraneo e la Libia il governo sta facendo quello che i lampedusani chiedono». E allora ecco il senso del campo di calcio nuovo, per il quale è arrivato il via libera della Regione Sicilia e il sostegno della Lega Serie B. «Alla prima partita io faccio l’arbitro », scherza Renzi. Il progetto dovrebbe essere realizzato entro settembre. È chiaro però che all’isola, per essere «viva e vitale» come vorrebbe il premier, serve altro. La zona franca fiscale, appunto. La continuità territoriale per accorciare le distanze con il resto del Paese. E misure ad hocper i pescatori. Renzi promette di fare la sua parte. «Questo luogo ha unito la bellezza geografica alla bellezza dei propri abitanti. Questo luogo oggi vuole essere considerato per quello che è: una porta d’Europa ma anche un posto dove vivere bene. Lampedusa è il punto geograficamente più lontano, più a sud di Tunisi, ma gli italiani e gli europei devono considerarlo centrale». © RIPRODUZIONE RISERVATA LAMPEDUSA Renzi con il sindaco Nicolini (LaPresse)
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