mercoledì 14 maggio 2014
​​Il premier: anche la Rai deve partecipare ai sacrifici. Confermato il taglio di 150 milioni. Insorge l'Usigrai: la Rai non è di Renzi. Il presidente Tarantola: rispetteremo le misure richieste.
Rai, nuovo patto con più qualità
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Duello in tv ieri sera tra il premier Matteo Renzi e Giovanni Floris a Ballarò sui tagli di 150 milioni previsti per la Rai. "Anche la Rai deve partecipare dei sacrifici, tocca anche a voi", sostiene lapidario, distinguendo tra "tagli agli sprechi e ai cda" e licenziamento di lavoratori che, anzi, "non ci saranno". A dieci giorni dalle elezioni, il presidente del consiglio va in tv a marcare la differenza tra Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, che "sfoggiano gli evergreen di sempre, complotti e marce su Roma", e il governo che "sta cambiando l'Italia". Per oltre mezz'ora di intervista il confronto tra i due è vivace: "uno scontro violento", lo definirà il premier al termine della trasmissione. Il botta e risposta è serrato non solo sui tagli alla Rai, ma anche sulle coperture per il taglio dell'Irpef, in particolare sull'aumento dell'aliquota al 26% per le quote di Bankitalia. Al giornalista che paventa il rischio di nuove tasse, il premier ribatte: "Lei descrive uno scenario di fantapolitica, per la prima volta il governo paga le tasse. C'è una questione che va oltre la Rai, Floris, e le ricordo che io, che non ho neanche l'età per fare il senatore, vado in Senato a dire che lo elimino: figuriamoci se ho paura di venire qui a dire che bisogna vendere RaiWay e andare a vedere negli sprechi delle 20 sedi regionali".

E stamattina sull'immancabile Twitter il premier parte all'attacco. "Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordini dei partiti. #cambiaverso#italiariparte" è il messaggio affidato ai social network. Il premier è poi tornato sull'argomento spiegando che "la Rai non è né dei conduttori televisivi né dei sindacalisti dell'Usigrai, la Rai appartiene ai cittadini che la pagano attraverso il canone e la fiscalità generale". Immediata la replica del sindacato dei giornalisti: "La Rai non è neanche del capo del governo. Che invece vuole decidere cosa la Rai deve vendere o chiudere. La Rai è dei cittadini. A partire da quelli onesti che pagano il canone per avere il servizio pubblico" ha detto Vittorio di Trapani, segretario Usigrai invitando il premier ad occuparsi dell'evasione dal canone. E' intervenuta anche il presidente della Rai Anna Maria Tarantola: "la Rai sta valutando tutte le azioni possibili per adeguarsi agli impegni previsti nel decreti 66". "La valutazione in corso è molto attenta e approfondita affinché l'esecuzione degli impegni richiesti possa avvenire nel modo più ordinato possibile - ha aggiunto -. Comunque negli ultimi due anni la Rai ha già tagliato 200 milioni di euro, non parte da zero".
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