giovedì 28 febbraio 2013
La crisi economica al centro dell'annuale relazione degli 007 al Parlamento: l'attuale scenario potrebbe essere favorevole per mettere in atto «azioni spettacolari». E il cybercrimine si configura come una delle sfide più impegnative per il Paese.
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​«Un eventuale inasprimento delle tensioni sociali legate al perdurare della crisi» potrebbe indurre le componenti eversive dell'estremismo marxista-leninista, oggi marginali, «ad intensificare gli sforzi per superare divergenze e frammentazioni interne» e «a tentare di inserirsi strumentalmente in realtà aziendali caratterizzate da forti contrapposizioni per allargare l'ambito di influenza. Ciò in un ottica che individua quale potenziale e remunerativo bacino di reclutamento, oltre che la storica “classe operaia”, anche il “nuovo proletariato”, tra le cui file particolare attenzione viene riservata ai lavoratori extracomunitari». È quanto si legge nell'ultima Relazione annuale dei servizi segreti al Parlamento. Il ferimento dell'Ad dell'Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi ha segnato «l'innalzamento del livello della minaccia» portata dagli anarco-insurrezionalisti, affermano gli 007. E l'attuale situazione economica viene vista in quegli ambienti come «potenzialmente favorevole» al progetto che vede al centro «l'azione diretta».È in quest'ottica infatti, dicono i Servizi, che si registrano appelli ed esortazioni a «superare le esitazioni» emettere in atto «interventi conflittuali» che puntino al «sovvertimento del sistema». Gli arresti di diversi presunti anarco-insurrezionalisti, è la lettura che danno gli 007, hanno però frenato questo progetto: «Da allora si registra infatti una stasi operativa della Federazione Anarchica Informale, con tutta probabilità ascrivibile alla necessità di non evidenziarsi in una fase di accentuata pressione investigativa».   Ciò non significa però che il movimento è stato sconfitto. Anzi: «Si ritiene che la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi. Eventualità che - scrivono gli 007 - può comprendere sia attentanti “spettacolari” potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi Fai, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell'anarco-insurrezionalismo». Gli 007 individuano anche i possibili «scenari di scontro»: i poteri economico-finanziari, le forze dell'ordine e le forze armate, le lotte ambientaliste, l'opposizione al “dominio tecnologico”, gli autori delle riforme del welfare e del lavoro, le espressioni di quella che i Servizi chiamano «società del benessere».Nell'attuale scenario di crisi economica, «un trend che appare destinato a consolidarsi» è quello delle «sinergie tra gli ambienti studenteschi, i lavoratori e le fasce del disagio sociale, con l'obiettivo di ampliare la visibilità e il portato rivendicativo delle mobilitazioni». I servizi segreti ricordano che l'anno passato, specie in autunno, «la protesta studentesca ha fatto registrare momenti di particolare tensione, con disordini e scontri nel corso di manifestazioni di piazza: il movimento è parso impegnato ad ampio raggio, sia in relazione alle problematiche di specifico interesse del settore, come il rincaro delle tasse universitarie e i tagli all'istruzione, sia sui temi - strettamente connessi alla crisi - del disagio giovanile e dalla mancanza di prospettive occupazionali».

 

Nelle lotte contro la realizzazione della Tav, le «frange anarco-insurrezionaliste» hanno un «ruolo trainante» rendendosi protagoniste delle «azioni radicali» in val di Susa. Si legge nella Relazione annuale consegnata al Parlamento sottolineando che l'obiettivo è quello di «alimentare la protesta contro la Tav, superandone i limiti localistici» e diffondere il conflitto nei territori.Gli 007 segnalano che la mobilitazione contro la Tav viene vista negli ambienti antagonisti come «modello esemplare di lotta, per metodologia ed efficacia» e confermano il trend già sperimentato in questi anni e cioè quello di ricorrere a «azioni continue ma di bassa intensità secondo una prassi (cosiddetta “strategia di logoramento”, ritenuta cautelativa per gli antagonisti ma fortemente onerosa per l'azione di contrasto».Gli 007 segnalano inolte il rischio che la crisi economica rafforzi «l'azione aggressiva di gruppi esteri» che puntano a acquisire «patrimoni industriali, tecnologici e scientifici nazionali», nonchè «marchi storici del “Made in Italy”, a detrimento della competitività delle nostre imprese strategiche». Expo e grandi opere nel mirino delle mafieL'Expo milanese del 2015, le grandi opere di edilizia pubblica («specie nella riqualificazione delle rete stradale, autostradale e ferroviaria») e il settore delle energie rinnovabili nel mirino della criminalitàorganizzata di stampo mafioso, la cui capacità di infiltrazione appare «sempre più pervasiva su tutto il territorio nazionale» avvertono gli 007. Inoltre «l'accentuata mobilità territoriale dei sodalizi consente loro di inserirsi agevolmente in circuiti collusivi in grado di soffocare l'imprenditoria sana ed inquinare le iniziative di sviluppo anche attraverso l'aggiramento della normativa antimafia sugli appalti».La camorra casalese, nonostante le importanti e destabilizzanti attività di contrasto, si conferma dotata dirisorse umane, forza militare e capacità collusiva e di condizionamento tali da assicurare la persistente operatività nelle aree di origine e in quelle di proiezione, tra cui Emilia Romagna, Toscana e basso Lazio.Cybercrimine, la sfida più impegnativa per il PaeseIl cybercrime rappresenta una minaccia «complessa, impalpabile e pervasiva» capace di produrre «ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali» e di «incidere sull'esercizio delle libertàessenziali per il sistema democratico». L'allarme arriva dai Servizi Segreti che nella Relazione al Parlamento affermano che è questa minaccia, al momento, «la sfida più impegnativa per il Paese».

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