sabato 2 aprile 2016
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PAVIA 'Clap' è l’applauso in inglese e significativamente è anche il nome del team pavese immagine di quel calcio col sorriso e senza barriere, che raccoglie i ragazzi con sindrome di Down. 'Clap' sta per Centro laboratorio per l’apprendimento, una cooperativa sociale non profit che si occupa di ragazzi con bisogni educativi speciali e che ha sede a San Martino Siccomario, in provincia di Pavia. Dopo la pausa invernale i giovani calciatori – già utenti della cooperativa – hanno ripreso ad allenarsi sul campo dell’Athletic Pavia, associazione dilettantistica che ha messo a disposizione le proprie strutture, agli ordini di mister Teodore Ciortea. Una vera e propria 'scuola calcio' dove ai 'senatori' Francesco, Matteo, Elia e Andrea si sono aggiunti recentemente alcuni nuovi acquisti. Ed ora c’è anche un nuovo sponsor, la Bright Solutions di Cura Carpignano, che ha donato divise da gara e tenute da allenamento e che finanzia le spese necessarie per garantire la gratuità di tutto il progetto. In campo durante la settimana si va per allenarsi, ma soprattutto per migliorare le proprie capacità motorie e le capacità di relazionarsi con se stessi e con gli altri. Ma nei tornei si esce dagli spogliatoi con la voglia di vincere e quest’anno i ragazzi stanno sudando per prepararsi a due tornei che attendono come un grande evento: il 29 maggio si giocherà in via Solferino, tra le mura amiche, in un torneo organizzato da Athletic Pavia e il 4 giugno è in programma la trasferta a Siziano per la rassegna 'Sport, cuore e disabilità'. «Proveremo a giocare in formazioni unified, ossia col supporto di operatori e volontari, in modo da far vivere ai ragazzi l’esperienza della competizione, che è parte integrante del progetto educativo», spiega Guendalina Rulli, presidente di Clap nonché analista comportamentale. I preparatori atletici sono infatti affiancati da un’équipe di psicologi e operatori sociali, per raccogliere i dati utili a verificare i progressi degli allievi. «In realtà questi progressi sono ben visibili a occhio nudo da tutti, in primis dalle famiglie – fa presente Rulli – perché in campo e negli spogliatoi i ragazzi imparano il rispetto delle regole e anche situazioni di autonomia personali come allacciarsi le scarpe da soli o cambiarsi una maglietta, ma questa presa dei dati in diretta con l’elaborazione conseguente di grafici risponde al nostro obiettivo di giungere a elaborare un modello di intervento riabilitativo da applicare poi anche in altri contesti». E da quest’anno il Team Clap è affiliato a Special Olympics, programma di allenamento sportivo e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva, già adottato in centosettanta Paesi nel mondo. Questo consentirà di ampliare la prossima stagione il raggio di partecipazione ad eventi agonistici regionali, nazionali e anche internazionali. «Vogliamo dar modo ai nostri ragazzi di vivere esperienze di socializzazione che altrimenti difficilmente avrebbero modo di affrontare», conclude Guendalina Rulli. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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