sabato 14 dicembre 2019
Le motivazioni sono legate all’avviso di garanzia ricevuto dalla Direzione distrettuale antimafia per scambio elettorale politico mafioso. Fosson: mia totale estraneità ai fatti
Il presidente della Regione Valle d'Aosta Antonio Fosson

Il presidente della Regione Valle d'Aosta Antonio Fosson

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Il presidente della Regione Valle d’Aosta, Antonio Fosson, si è dimesso. Lo ha annunciato durante una riunione straordinaria di maggioranza nel Palazzo regionale. Le motivazioni sono legate all’avviso di garanzia ricevuto dalla Direzione distrettuale antimafia per scambio elettorale politico mafioso in merito a un’inchiesta sul condizionamento delle elezioni regionali del 2018 in Valle d’Aosta. Gli inquirenti ipotizzano che a condizionare le elezioni ci sia stata la mano della ‘ndrangheta. Anche l’assessore al Turismo e ai Beni culturali Laurent Viérin e quello alle Opere pubbliche Stefano Borrello hanno annunciato che si dimetteranno. Il consigliere Luca Bianchi, invece, lascerà l’incarico di presidente di Commissione e di capogruppo dell’Union valdotaine. «Per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito e anche per salvaguardare la mia personale dignità profondamente ferita dalle infamanti ipotesi formulate ho deciso di fare un passo indietro e di dare le mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione Valle d'Aosta sottolineando, però, con forza, la mia totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali». Così il presidente della Regione Valle d'Aosta Antonio Fosson, poco fa, in un breve incontro con i giornalisti ad Aosta. Fosson ha, inoltre, detto di aver ricevuto in mattinata comunicazione delle dimissioni dei due assessori Stefano Borrello e Laurent Vierin «al fine di salvaguardare le istituzioni e tutelare con la dovuta serenità il loro operato».

Mirabelli (Pd): l'inchiesta conferma l’insediamento della ‘ndrangheta al Nord
Il senatore Pd Franco Mirabelli, in commissione Antimafia, ha dichiarato: «L’inchiesta della Dda di Torino che sta investendo la giunta della Valle D’Aosta conferma l’insediamento della ‘ndrangheta al Nord. Ma se fossero dimostrate le ipotesi investigative saremmo di fronte a un salto di qualità senza precedenti nella capacità delle mafie di condizionare il governo regionale e le istituzioni. Il fondato sospetto che in Valle d’Aosta siano stati gli interessi mafiosi a determinare le scelte della giunta, e non quelli dei cittadini e del territorio, è più che sufficiente per imporre l’azzeramento della giunta e il ritorno al voto. Ne va della credibilità delle istituzioni. Ma questa vicenda conferma purtroppo la pericolosità della presenza della ‘ndrangheta al Nord e la necessità di considerare la lotta alle mafie una priorità che impone trasparenza nei comportamenti, attenzione e regole nella definizione delle candidature, la messa in campo di tutte le forme di prevenzione della corruzione nell’attività amministrativa».


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