mercoledì 13 marzo 2019
Il prefetto ha accertato infiltrazioni della 'ndrangheta. La gestione è stata affidata a una Commissione straordinaria di inviati dal ministero degli Interni.
Azienda sanitaria sciolta per 'ndrangheta
COMMENTA E CONDIVIDI

La sanità calabrese è malata, di un morbo cronico che si chiama ’ndrangheta. Lo certifica in modo deciso la decisione (resa nota oggi) del Consiglio dei Ministri che, su proposta del prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ha disposto lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale del capoluogo dello Stretto per infiltrazioni mafiose.

In attesa del provvedimento ufficiale firmato dal presidente della Repubblica, il medesimo prefetto ha disposto la sospensione dell’organo di Direzione generale dell’Asp, affidandone da subito la gestione a una Commissione straordinaria composta dal prefetto Giovanni Meloni e dai dirigenti del ministero dell’Interno, Maria Carolina Ippolito e Domenico Giordano.

La decisione era in un certo senso attesa, poiché l’Asp 5 reggina era già stata oggetto nei mesi scorsi di varie ispezioni e anche di un precedente commissariamento in autunno per buchi di bilancio; solo la scorsa settimana la ministra della Salute, Giulia Grillo, era scesa personalmente nella città calabrese e ieri ha commentato: «Il governo non fa un passo indietro e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese, a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione».

Non si tratta solamente di cattiva gestione dell’azienda, che continua a registrare perdite per milioni di euro avendo già accumulato una voragine debitoria di 200 milioni e a fronte di un servizio sanitario carente, con presidi ospedalieri fatiscenti e chiusura di reparti fondamentali per il territorio; si parla anche di gravi deficit di legalità, con nomine dirigenziali illegittime, sparizione di documenti contabili per 400 milioni e doppie fatturazioni, pratiche clientelari, appalti sospetti e gare anomale per servizi e forniture, inspiegabili proroghe negli affidamenti persino a ditte interdette per mafia: «Una situazione amministrativa che ricorda tanto i regimi sudamericani», hanno dichiarato alcuni parlamentari M5s.

L’Asp 5, cui fanno capo 4 presìdi ospedalieri e 3mila dipendenti, era già stata commissariata nel 2008. La criticità del sistema sanitario peraltro si allarga a tutta la Calabria. «Il quadro è veramente allarmante – è intervenuta ancora la ministro Grillo –. Tutte le aziende sanitarie e ospedaliere hanno chiuso i bilanci in negativo di decine di milioni di euro». E intanto nell’ultimo decennio oltre 600mila calabresi sono andati a farsi curare fuori regione».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: