Con l’iniziativa “Ut Unum. Tutti siamo poveri di Bellezza” Caritas Ambrosiana, che gestisce il Refettorio Ambrosiano porta il proprio contributo dentro una manifestazione che mette Milano al centro del mondo e a cui guarda con interesse anche la arcidiocesi di Milano, come è sottolineato anche dalla presenza nella giornata conclusiva del
Salone del Mobile dello stesso arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola che presiederà, infatti, la celebrazione eucaristica domenica 17 aprile alle 10.30 nella Fiera di Milano in Foro Bonaparte 65.
«Vogliamo portare qui al Refettorio i visitatori del Fuorisalone per lanciare un messaggio forte: gli ultimi non devono essere considerati scarti», ha detto il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti.
«Il Salone del Mobile e la manifestazione culturale più importante non solo di Milano ma d’Italia e quindi è giusto che il Refettorio Ambrosiano vi faccia parte e testimoni la sua capacità progettuale, presentando oggetti utili e belli, come la ciotola di Guerriero e l’opera di Anna Barbara, che con il pretesto di realizzare un tendaggio a schermo della luce, fa un’installazione sul dialogo interreligioso», ha detto Davide Rampello, curatore del Refettorio Ambrosiano, in un videomessaggio. «Credo che il Refettorio Ambrosiano sia il luogo più rivoluzionario del salone del mobile e manda una provazione al mondo del design ribaltando il concetto di lusso. Qui la bellezza non esclude ma include», ha sottolineato l’architetto e designer Anna Barbara che ha ideato l’istallazione
“Ut Unum”. Collocata sulla parete sud all'interno del refettorio, consiste in un
sistema di tende su cui sono rappresentati alimenti che rappresentano simboli
di comunione in differenti tradizione religiose e culturali.
I teli, realizzati
con tessuti di alta qualità provenienti da scarti industriali, sono posti a
copertura delle finestre permettendo alla luce, che vi filtra attraverso, di
creare suggestivi giochi di colore, come succede negli edifici religiosi (le
vetrate delle chiese ad esempio). L’opera
vuole rappresentare, come indicato dal titolo, il dialogo possibile tra le
diverse fedi e portare una riflessione sulla rinascita dello scarto. «In
qualche modo sui teli ho voluto imbandire non un’Ultima cena ma una Cena
prossima i cui gli alimenti comuni alle religioni e alle civiltà possono
mescolarsi e dialogare tra loro», ha concluso l’autrice. Per altre informazioni: www.refettorioambrosiano.it