«Volete o no che l'
Ue possa obbligarci ad accogliere in
Ungheria, senza l'autorizzazione del
Parlamento ungherese, il
ricollocamento forzato di cittadini non ungheresi?».
È questo il quesito del
referendum indetto per il
2 ottobre dall'
Ungheria per decidere se accettare di accogliere i profughi giunti in altri Paesi dell'
Unione europea, in base al sistema europeo di quote di ricollocamento dei profughi. La
consultazione è stata proposta dal
governo ungherese di
Viktor Orban, ed approvata dal Parlamento il 10 maggio. Sarà valida con l'affluenza di almeno 50% del elettorato (4 milioni di elettori).
A livello di
Ue, il governo ungherese di
Viktor Orban aveva votato contro il piano di
ricollocamento di 160mila
profughi tra i 28 Paesi in base a quote obbligatorie, approvato però dalla maggioranza dell'Unione.
In base a quanto stabilito dalla
Ue, l'Ungheria dovrebbe accogliere circa 1.300
migranti da
ricollocare, ma il
governo ungherese teme un sistema di
quote e con il
referendum vuole mettere le mani avanti con l'indizione del referendum nazionale.
«Volete che l'
Ue prescriva il
ricollocamento obbligatorio di cittadini non ungheresi in
Ungheria senza l'approvazione del Parlamento ungherese?», recita il testo referendario. Secondo
Orban, il piano viola la sovranità nazionale e suscita timori per il possibile ingresso nel Paese di «terroristi». Per il premier,
Bruxelles non ha il diritto di «ridisegnare l'identità culturale e religiosa dell'
Europa».
L'opposizione democratica accusa
Orban di voler portare il paese fuori dall'
Ue, seguendo l'esempio britannico. Circa 400mila
rifugiati sono passati per l'
Ungheria nel 2015 prima della costruzione del muro che ha sigillato i confini meridionali.