lunedì 21 settembre 2020
L'affluenza si attesta al 53,84 per cento. Il presidente della Camera Fico: ora indispensabili ulteriori riforme
Scrutini terminati per la votazione referendaria

Scrutini terminati per la votazione referendaria - Ansa

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Vince il Sì al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, con una percentuale dei votanti vicino al 70 per cento. Il risultato difinitivo, con tutte le 61.622 sezioni scrutinate, i Sì erano al 69,64 per cento e i no al 30,36 per cento.

Per quanto riguarda la partecipazione al voto l'affluenza è stata del 53,84%, con 46.418.677 elettori e 24.993.015 votanti. Il dato è del ministero dell'Interno. Le schede nulle sono state 128.394, le schede bianche 210.848 e le schede contestate 323.

La vittoria del Sì era nelle previsioni sin dalla data di indizione del referendum.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al seggio nella scuola Piazzi di Palermo

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al seggio nella scuola Piazzi di Palermo - Fotogramma

In Parlamento, tutti i partiti (tranne +Europa) avevano votato la riduzione del numero dei parlamentari. Nelle prime tre letture, quando era in carica il governo giallo-verde, anche il Pd aveva votato contro. Dopo la nascita del governo giallo-rosso, il Pd si è spostato sul Sì e quindi alla quarta lettura si è verificato un voto quasi unanime, considerando che sul Sì erano posizionati anche Lega, FdI e FI. Il referendum si è svolto perché un quinto dei senatori, in base all'articolo 138 della Costituzione, ne hanno fatto richiesta.

Nonostante tutti i partiti fossero ufficialmente per il Sì, il taglio è una misura considerata una bandiera del Movimento cinque stelle. Nelle ultime settimane, tra l'altro, molti esponenti di spicco del Pd (Prodi e Velltroni) e della Lega (Giorgetti) si sono espressi per il No. Sempre degli ultimi giorni è uno spostamento verso il No anche di Berlusconi e Renzi. Ciò ha rafforzato il fronte del No ma non al punto da sovvertire le previsioni.

Di Maio: risultato storico

Il ministro 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha commentato la vittoria del Sì con un post su Facebook: "Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo".

Poi ha lasciato la Farnesina per raggiungere la Camera dei deputati. Ai giornalisti che lo incalzavano ha detto: "Ora normalizziamo gli stipendi dei parlamentari... ". Concetto ribadito poco più tardi, in una dichiarazione alla Camera: "Grazie a italiani per aver creduto in noi, è una vittoria di tutti, di tutto il Paese e di tutti gli italiani che hanno voglia di cambiare". Poi è tornato a chiedere a tutti i partiti di coalizzarsi per ridurre gli stipendi dei parlamentari".

Fico: ora ulteriori indispensabili riforme

"La riduzione dei parlamentari costituisce un primo tassello a cui devono seguire ulteriori indispensabili riforme, alcune sono già in calendario nei prossimi giorni a Montecitorio, altre le metteremo in cantiere, come i nuovi regolamenti di Camera e Senato. Per questo è importante continuare su questo tracciato fino al termine della legislatura". Lo scrive su Facebook il presidente della Camera, Roberto Fico, che aggiunge: "Oggi si apre una nuova fase per la vita parlamentare e democratica nel Paese, una fase di grande responsabilità ma anche una grande occasione per migliorare il nostro assetto istituzionale. Gradualmente, passo dopo passo, abbiamo il compito di rendere sempre più solide le basi della nostra democrazia, lavorando affinché le Camere possano
rispondere sempre meglio alle istanze della collettività e giocare quindi il loro ruolo centrale nel sistema costituzionale", conclude.



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