lunedì 8 agosto 2016
Si mette in moto la macchina referendaria che taglierà il traguardo, con tutta probabilità, a fine novembre.
LA SCHEDA I punti principali della riforma costituzionale
Cassazione: sì al referendum sulle riforme
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Il Referendum sulla legge costituzionale relativo alle riforme si farà: lo ha deciso la Corte di Cassazione che ha ammesso la richiesta. Con il via libera della Cassazione alle firme (550mila quelle riconosciute valide) per il referendum sulla riforma costituzionale si mette in moto la macchina referendaria che taglierà il traguardo, con tutta probabilità, a fine novembre. Ora davanti ci sono più di tre mesi di confronto politico arroventato, fino a quando si consumerà il rito del voto ipotizzato per il 20 o 27 novembre (e che si incrocerà con il pronunciamento della Consulta sull'Italicum fissato per il 4 ottobre). I TEMPI: Il "timing" prevede che dopo il responso della Cassazione scattino i 60 giorni di tempo per il governo per deliberare la data del referendum. Ma prima devono trascorrere 10 giorni per gli eventuali ricorsi. Quindi è da escludere che il governo possa affrontare il tema nel consiglio dei ministri di giovedì prossimo 11 agosto. La data del referendum potrebbe essere all'ordine del giorno del Consiglio dei mminsitri alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva (tra fine agosto e i primi di settembre). Subito dopo la delibera del Cdm la parola passa al Capo dello Stato che indice, con decreto presidenziale, il referendum. Il voto potrà essere fissato in una domenica compresa tra il 50/mo e il 70/mo giorno dal decreto di indizione. Questo il comunicato della Cassazione:L'Ufficio Centrale per il Referendum presso la Corte Suprema di Cassazione, con ordinanza dell'8 agosto 2016, ha dichiarato conforme all'art. 138 Cost. e alla Legge n. 352 del 1970 la richiesta di referendum depositata il 14 luglio 2016 alle ore 18.45 sul testo di legge costituzionale avente ad oggetto il seguente quesito referendario: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzionè, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016".
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