mercoledì 13 maggio 2015
​Maroni: useremo i 220 milioni del fondo sociale europeo. Salvini: è elemosina di Stato. Critiche dai sindacati: non è la priorità.
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Frizioni nella Lega Nord, dopo che il governatore legista della Lombardia, Roberto Maroni ha lanciato l’idea di istituire un reddito di cittadinanza per chi è in difficoltà. E per di più sul modello considerato «interessante » del progetto di legge depositato più di un anno fa da M5S. La sua proposta è stata bocciata dal segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini (oltre che da Forza Italia, con Mariastella Gelmini). Sarebbe «un’elemosina di Stato», ha detto a caldo il giovane leader del Carroccio, spiegando che lui «in linea di principio» è contrario «a questo tipo di provvedimenti». Insomma uno stop bello e buono al governatore da un punto di vista politico, con l’avviso implicito di non dar corso ad un atto amministrativo su cui la Lega Nord non è d’accordo (il Carroccio in Lombardia è l’azionista di riferimento della maggioranza che sostiene Maroni). Ma la polemica va avanti e in serata interviene lo stesso Maroni, a definire i reali confini dello strumento al quale pensa Palazzo Lombardia. Non è «elemosina di Stato», ha ribadito gettando acqua sul fuoco Maroni. «Lui (Salvini, ndr) dice che è elemosina di Stato: se lo fosse avrebbe ragione ma non è così perché il fondo sociale europeo (da cui arriverebbero fondi per 220 milioni, ndr) è un’altra cosa». Maroni ha poi chiarito che «il fondo sociale europeo ha due finalità: inclusione sociale attraverso politiche attive del lavoro e lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Queste due iniziative – ha continuato – le ho messe insieme e le ho chiamate reddito di cittadinanza in stile lombardo, tenendo conto delle specificità della Lombardia». Insomma, le precisazioni di Maroni arrivano certamente per stemperare, ma la dicono lunga sul clima all’interno del Carroccio, dove la virata a destra di Salvini in occasione delle scorse europee non piace a molti militanti fedeli al progetto leghista delle origini, che seppur non 'assistenzialista' vede l’interpretazione del sociale in modo diverso. E nella polemica interna al Carroccio si inserisce anche il Movimento 5 Stelle attaccando entrambi i 'Matteo'. «Salvini non vuole aiutare 10 milioni di poveri», ha detto il senatore pentastellato Bruno Marton. «Sul reddito di cittadinanza sfidiamo il governo e la maggioranza ad un dialogo serio, costruttivo e responsabile in commissione Lavoro al Senato dove il provvedimento è già in discussione. Non accettiamo i soliti slogan elettorali del premier Renzi privi di qualsiasi contenuto », ha aggiunto la senatrice M5S Nunzia Catalfo dopo che dal Pd qualche apertura era arrivata. «Vedo che le sirene M5S tentano più di un rappresentante del Pd – osserva il capogruppo di Area popolare, Maurizio Lupi –. Noi non siamo assolutamente d’accordo. Bisogna incentivare l’occupazione, non la disoccupazione. La gente ha bisogno di lavoro, non di 'redditi' che sconfinano nell’assistenzialismo».
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