lunedì 7 dicembre 2020
Stamattina il Cdm affronta il nodo della governance dei progetti attraverso cui spendere i 209 miliardi di fondi Ue. Italia Viva sulle barricate: noi ai margini. Anche il Pd critico verso Conte
Recovery plan, tensione nel governo su progetti e controllo dei fondi
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Anche se le attenzioni dell'opinione pubblica sono tutte rivolte al voto parlamentare di mercoledì sulla riforma del Mes, gran parte del futuro del governo si decide stamattina a Palazzo Chigi. Il premier Conte ha convocato infatti un Consiglio dei ministri straordinario che dovrebbe avere due focus: primo la struttura, la "cabina di regia" che dovrà monitorare fondi e progetti; secondo, la selezione, tra i progetti presentati dai ministri, dei 60 che assicurino una veloce realizzazione e la piena compatibilità con i criteri dati dall'Unione europea.

La questione principale riguarda la "cabina di regia". Nei giorni scorsi Conte ha parlato di una struttura composita, con un comitato esecutivo composto da lui, il ministro dell'Economia Gualtieri e il titolare dello Sviluppo economico Patuanelli, seguito in scala gerarchica da una "task force" di 6 manager e svariati consulenti (da 60 a 300, secondo le varie ipotesi). Un ruolo collegiale lo avrebbe il Ciae, Comitato interministeriale per gli Affari europei, coordinato dal ministro competente per materia, Amendola.

Nel fine settimana è insorta Italia Viva. Da Renzi alla ministra Bellanova sono partiti attacchi verso Conte per la gestione "personalizzata" del Recovery, per la scarsa condivisione tra Palazzo Chigi e partner della maggioranza. O meglio, tra Palazzo Chigi e la stessa Italia Viva, dato che Pd ed M5s sembrano più coinvolti. In realtà, anche tra i dem ci sono riserve sulla centralità di Palazzo Chigi e grossi timori che si crei un apparato inadatto a "mettere a terra" i soldi in modo veloce, come l'Ue richiede. Di fondo, poi, c'è il fatto che a fianco ai progetti del Recovery dovrebbero camminare alcune riforme economiche e istituzionali su cui però la maggioranza non trova la quadra tra veti e controveti.

Insomma una situazione di stallo, che il Cdm di stamattina dovrà sbloccare. Anche perché la "cabina di regia" del Recovery deve essere approvata dal Parlamento. L'idea è che la struttura diventi un emendamento alla manovra: occorre quindi che i gruppi di maggioranza assicurino i loro voti. Perciò pesa più una delle minacce di Italia Viva, "non voteremo nulla a scatola chiusa".

Ovviamente le difficoltà sul Recovery - che si registrano mentre l'Ue invita a fare in fretta - si innestano nel difficile voto parlamentare di mercoledì sul Mes, che vede M5s alle prese con una fronda contraria alla riforma europea del salva-Stati. Non ci sono veri rischi che il governo cada o che la riforma del Mes non passi, ma è alta la probabilità che la maggioranza che si registrerà in Aula, specie al Senato, sia in quota-parte diversa da quella che ora sostiene il Conte 2. Con conseguenze da valutare.

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