giovedì 17 settembre 2020
Il premier scrive ai presidenti Fico e Casellati. L'economista Cottarelli fa notare un "grave errore" nel testo, il Mef replica: mero sbaglio materiale. Il documento integrale
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - Reuters

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«Se le Camere lo riterranno opportuno, il governo è disponibile a riferire sulle linee essenziali » del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) «sia nella sede decentrata delle commissioni sia nell’assemblea». Mano tesa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alle opposizioni nella lettera che accompagna le linee guida per l’attuazione del Recovery plan, inviata ai presidenti delle due Camere. Il documento, una trentina di pagine già definite il giorno 9, è approdato ieri in Parlamento. Definisce «in via preliminare – ha spiegato il premier – gli obiettivi strategici di lungo termine, le aree tematiche e le azioni su cui si articolerà il Piano che l’Italia dovrà presentare alla Ue». In ciascuno dei passaggi necessari, «nello spirito della massima collaborazione e sinergia fra il governo e il Parlamento sarà assicurato il pieno coinvolgimento delle Camere al fine di recepirne indirizzi, valutazioni e proposte concrete d’intervento», ha aggiunto Conte.

IL DOCUMENTO: LE LINEE GUIDA PER IL RECOVERY PLAN

Tra gli obiettivi c’è il raddoppio del tasso di crescita dell’economia italiana portandolo quantomeno in linea con la media Ue (1,6%)». Proprio questo dato è stato al centro di un caso: l’economista Carlo Cottarelli ha sottolineato il «grave errore» del governo, che nel testo parla di «uno 0,8% medio nell’ultimo decennio », ma «il dato corretto per l’Italia è però 0,2%, che figura ci facciamo?», ha fatto notare Cottarelli. Il Tesoro ha replicato definendolo 'solo' un «mero errore materiale». Il governo si prefigge inoltre l’aumento degli investimenti pubblici «per portarli almeno al 3% del Pil». Poi un aumento del «tasso di occupazione di 10 punti per arrivare all’attuale media Ue (73,2% contro il 63,0% dell’Italia) e degli «indicatori di benessere, equità e sostenibilità ambientale» in parallelo alla «riduzione dei divari territoriali di Pil, reddito e benessere». Si punta inoltre a una ripresa della crescita demografica, a ridurre l’abbandono scolastico e l’inattività dei giovani e a rafforzare la sicurezza del Paese.

I punti del piano italiano

1 - Il Family Act

Tra gli obiettivi di lungo termine del Pnrr c’è la «ripresa del tasso di fertilità e della crescita demografica» del Paese. Obiettivo che il piano punta a perseguire attraverso una pluralità di interventi, a partire dall’attuazione del Piano per la Famiglia (il Family Act). «Le politiche sociali e di sostegno della famiglia» vanno «inserite in un quadro organico e coerente per rafforzare la coesione sociale, la solidarietà intergenerazionale e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro», afferma il documento. Si prevede anche un percorso di «empowerment femminile» che possa favorire la genitorialità: formazione e miglioramento dell’occupabilità delle donne, sostegno all’autoimprenditorialità, superamento del divario retributivo legato al genere.

2 - La transizione ecologica

Una delle sei missioni del piano riguarda la Rivoluzione verde e la transizione ecologica. Il governo annuncia «investimenti finalizzati a conseguire gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dall’«European Green Deal». Servono «infrastrutture per la graduale decarbonizzazione dei trasporti e una mobilità di nuova generazione» e l’«adozione di piani urbani per il miglioramento della qualità dell’aria». Si punta poi al «miglioramento dell’efficienza energetica e antisismica degli edifici e degli stabilimenti produttivi» (obiettivo che dovrebbe comprendere la proroga dell’ecobonus al 110% nell’edilizia), una «gestione integrata del ciclo delle acque», investimenti per l’economia circolare e la protezione del territorio.

3 - Nuovo Fisco con taglio Irpef

La riforma del fisco è una delle «politiche di supporto» agli investimenti previste dal piano. Taglio dell’Irpef, sostegno alle famiglie (vedi box sopra) e lotta all’evasione le priorità. Al centro della riforma ci saranno la «riduzione strutturale del cuneo fiscale sul lavoro tramite riforma Irpef in chiave progressiva» e la «semplificazione degli adempimenti per contribuenti e imprese». In cantiere anche «la revisione dei sussidi, con particolare attenzione a quelli dannosi per l’ambiente», operazione che consentirebbe di reperire risorse insieme al «contrasto dell’evasione fiscale» che sarà perseguito tra l’altro «promuovendo l’uso dei pagamenti digitali» e con un «pieno utilizzo e interoperabilità delle banche dati nel rispetto della privacy».

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