lunedì 6 maggio 2013
​Politici di diversi schieramenti ricordano la figura dello statista. Comune il riconoscimento che scompare una figura di primissimo piano, anche se poi le valutazioni si divaricano.
Bagnasco: grande statista; Ruini: capace di parlare con tutti
COMMENTA E CONDIVIDI
Ecco alcune reazioni alla morte del senatore a vita Giulio Andreotti da parte del mondo politico italiano.
«Con Giulio Andreotti scompare un protagonista politico e un uomo di governo che ha fatto la storia d'Italia, dalla ricostruzione postbellica in poi. Leader tra i più autorevoli della Democrazia cristiana, ha saputo difendere la democrazia e la libertà in Italia in anni difficili, sia in quelli della contrapposizione tra cattolici moderati e comunisti, sia in quelli in cui la Dc diede un contributo decisivo, di vite umane e di valori, per la sconfitta del terrorismo brigatista». Così una nota di Silvio Berlusconi. «Contro la sua persona, la sinistra ha sperimentato una forma di lotta indegna di un Paese civile, basata sulla demonizzazione dell'avversario e sulla persecuzione giudiziaria: un calvario che Andreotti ha superato con dignità e compostezza, uscendone vincitore».
Giulio Andreotti "è stato la Democrazia Cristiana, pur non essendo stato mai stato segretario della Democrazia Cristiana". È una delle frasi con le quali Pier Ferdinando Casini, da SkyTg24, ricorda il senatore a vita scomparso oggi. 
È stato un uomo segreto? «Non direi, è stato un uomo che aveva il senso della misura». Lo ha detto l'ex ministro Giuseppe Pisanu all'uscita dell'abitazione dove è morto questa mattina Giulio Andreotti. «Con lui ho condiviso molti momenti, compresi momenti drammatici - ha continuato Pisanu - come quelli in cui fu rapito il presidente Moro. Il rapporto tra di noi era positivo, soprattutto negli anni della segreteria politica di Zaccagnini. Nessuno potrà negare che è stato uno dei più grandi esponenti del mondo cattolico».
"Andreotti. Era forse il meno canonico dei grandi democristiani. Il mio cordoglio e la mia preghiera". Lo scrive su twitter Marco Follini. "Ho conosciuto Andreotti da ragazzo, negli anni '70, quando ero stato appena eletto capo dei giovani della Dc. Allora era presidente del Consiglio e io lo andai a trovare, anche perché era il mio più illustre predecessore...". Marco Follini ricorda bene quel giorno, quando incontrò di persona per la prima volta il 'divo Giulio'. Allora l'ex leader dell'Udc e poi senatore del Pd fu ricevuto a palazzo Chigi da Andreotti che ricopriva la carica di premier ed era stato anche il primo responsabile dei giovani democristiani. Follini spiega che "la grandezza di Andreotti sta nella leggenda che lo ha accompagnato in tutti questi anni. È stato il meno canonico tra i leader democristiani. Andreotti - sottolinea Follini - era più pragmatico e meno ideologico degli altri, ma era a pieno titolo dentro quella storia, che è stata fondamentalmente una storia di libertà e democrazia". «Vogliamo tributare qui un pensiero riconoscente a questo padre della Patria, Giulio Andreotti». Con queste parole Gianni Letta apre la cerimonia di consegna dei premi Guido Carli nella sala della Regina a Monte Citorio. «Scusatemi la voce ma sono molto emozionato - esordisce l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio - sono andato appena ad omaggiare Andreotti a cui ero legato da una amicizia vera, devota e irripetibile».
Rosy Bindi: "Con il senatore Giulio Andreotti scompare un protagonista di primissimo piano della Repubblica che ha servito il Paese per oltre 60 anni in tanti passaggi cruciali e drammatici, nei molteplici ruoli politici e di governo che ha ricoperto. Anche nel momento più discusso e controverso della sua lunga esperienza pubblica è sempre stato rispettoso delle Istituzioni e dell'equilibrio dei poteri contenuto nella nostra Carta costituzionale. Alla sua famiglia e a tutti i suoi cari la mia sincera partecipazione al loro dolore e il ricordo nella preghiera".Giulio Andreotti «ha saputo realmente trasmettermi un profondo amore petr la vita delle nostre istituzioni» che «sono frutto di un patto di libertà» e che «servono i cittadini, non si servono dei cittadini». Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, riferendo il ricordo personale di una visita al Senato in cui l'ex presidente del Consiglio lo guidò in occasione della sua prima elezione al Parlamento europeo «conducendomi anche nei sotterranei, in luoghi che neanche i commessi erano in grado di raggiungere. «Riletta così - ha concluso Mauro - anche la storia personale di Andreotti, ha molto da dire".Francesco Rutelli ha richiamato "la lunga vicenda nella storia del dopoguerra italiano rappresentata dal Senatore Andreotti. Giovanissimo Costituente, e longevo uomo di potere; credente e cinico, ironico e autoironico ad un tempo, Andreotti resta una figura complessa, che non può essere ridotta ad uno slogan liquidatorio, né celebrativo".Franco Frattini, presidente della Fondazione Alcide De Gasperi ricorda Giulio Andreotti in un'intervista con il quotidiano online Formiche: «Si diceva di lui che fosse una persona distante, ma invece era attento anche se discreto», sottolineando che da lui «c'era sempre qualcosa da imparare».
"Andreotti è l'uomo politico italiano più conosciuto al mondo. È stato l'Italia, lo Stato, la Dc. Insomma, è la storia e la storia continua sempre. Per chi è ancora democristiano è un lutto grandissimo, ma la storia e la rivalutazione dell'opera di Giulio Andreotti è solo agli inizi". Lo afferma il parlamentare del Pdl Gianfranco Rotondi, alla notizia della scomparsa di Giulio Andreotti."Al di là delle numerose critiche interne aveva un prestigio internazionale che raramente politici italiani hanno ricevuto". Lo sottolinea Paolo Cirino Pomicino ricordando la figura Giulio Andreotti. Commosso, dai microfoni di Sky Tg24, Pomicino lo descrive come "un artefice della ricostruzione del Paese, un pezzo di vita di questa nazione, collaborò con De Gasperi, Fanfani, Moro" cioè faceva parte di una "grande classe dirigente".
"Giulio Andreotti è stato uno dei più straordinari protagonisti della storia italiana: un grande padre della Democrazia Cristiana a cui tutti noi dobbiamo molto. Ne ricordiamo con commozione e ammirazione la lucidità e il talento politico senza età. Alla famiglia le condoglianze mie personali e di tutto il partito". Così Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc.
"Con lui è nata la Repubblica italiana e ne è stato protagonista negli anni fino ad oggi, sempre a servizio dello Stato e dei cittadini. Con lui la Dc ha portato avanti una politica a favore dei cittadini e del Paese. Il nostro cordoglio alla famiglia del senatore Giulio Andreotti e a tutti gli italiani". Lo afferma Mario Baccini, presidente dei Cristiano popolari del Pdl.
È stata tra i primi ad accorrere nell'abitazione romana del senatore Giulio Andreotti non appena appresa la notizia della morte: Giulia Bongiorno, legale di Andreotti non trattiene le lacrime e ai giornalisti che la interpellano riesce solo a dire: "Ora scriveranno e diranno di tutto, ma chi lo ha conosciuto sa che se n'è andata una persona speciale e grandissima. Sento dentro di me una mancanza enorme. È morta una persona unica non rara".
"Sono abbastanza commosso. Lui stette a casa mia durante la festa di Telese e colpì i giovani in modo fascinoso. Devo anche ricordare che quando feci il ministro chiesi un consiglio ad Andreotti e Cossiga. Andreotti, davanti ai miei dubbi, mi disse che avevo il dovere di andare ad eliminare la contrapposizione tra magistratura e politica, aggiungendo che il consiglio veniva da chi aveva sofferto moltissimo". È il ricordo di Giulio Andreotti raccontato in diretta a Tgcom24 da Clemente Mastella. Sul carattere di Andreotti, Mastella ha aggiunto: "Il cinismo di Andreotti, le voci sui suoi archivi, i ricatti sinceramente sono aspetti che non ho ami avuto occasione di constatare, anzi io con Evangelisti ho fatto da cerniera ai tempi della segreteria De Mita e quando c'erano motivi di tensione, io facevo da mediatore".
​"Con Giulio Andreotti se ne va una delle più importanti personalità della politica italiana. Protagonista indiscusso di cinquanta anni di storia patria, Andreotti ha interpretato nella maniera più acuta ed efficace il bisogno di pragmatismo e concretezza che caratterizza il governo di ogni grande democrazia". Lo afferma Sergio D'Antoni, membro della direzione nazionale del Partito democratico. "La sua è la vicenda di uno statista vero, emblematica di una classe di grandi politici che, in pochi decenni, hanno saputo dare sviluppo e prestigio internazionale a un'Italia piegata dalla guerra. In questo triste momento desidero esprimere alla famiglia il mio cordoglio e la mia massima vicinanza", conclude D'Antoni.
 Il presidente altoatesino Luis Durnwalder, nell'esprimere ai familiari il cordoglio dell'intera giunta provinciale, ha voluto sottolineare il particolare impegno politico di Giulio Andreotti nella questione altoatesina: "Giulio Andreotti fa parte della storia della nostra autonomia. Politico lungimirante, una delle personalità politiche che hanno accompagnato l'Alto Adige verso un futuro pacificato. L'azione politica di Andreotti è sempre stata caratterizzata da un grande rispetto delle minoranze".
"Con Andreotti va via un pezzo della storia democratica del Paese, quando la politica si coniugava con la cultura, il consenso, il buon senso. E con una raffinata ironia". Lo afferma il presidente del Gruppo Misto ed esponente di Centro Democratico Pino Pisicchio.​
"Credo che ad Andreotti, nella diversità di idee e di temperamento, chiunque ami la politica e l'Italia, debba in queste ore inchinarsi davanti alla sua memoria". Così Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, che "a nome personale e del gruppo dei deputati del Popolo della Libertà" consegna "le più sentite condoglianze alla signora Livia e ai figli". "Giulio Andreotti, senatore a vita, sette volte presidente del Consiglio, membro del Parlamento repubblicano sin dalla prima seduta - ricorda l'esponente pidiellino - è stato una personalità di eccezionale rilievo nella vita politica italiana e internazionale. In questa giornata di emozione vorrei ricordarlo in due momenti diversi. Quello iniziale, allorchè, collaborando con De Gasperi, ha al suo seguito esaltato la capacità del nostro Paese di risorgere dalle macerie del dopoguerra. E quello finale, quando con dignità ha dovuto sopportare una amara vicenda giudiziaria, da cui è uscito vincitore, ma ferito".Un protagonista indiscusso della politica italiana. Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ricorda il senatore a vita Giulio Andreotti. E in una nota scrive: "Apprendo con dispiacere della morte diGiulio Andreotti, membro dell'Assemblea Costituente e tra i protagonisti indiscussi della politica italiana a partire dal secondo dopoguerra. Con lui scompare una figura che ha accompagnato l'evoluzione delle istituzioni repubblicane. Alla sua famiglia voglio rivolgere le più sincere condoglianze a nome mio e della Regione Lazio"."A nome di tutta la città di Roma, voglio esprimere il più profondo dolore per la morte di Giulio Andreotti. È stato probabilmente l'uomo politico nato nella Capitale più rappresentativo della storia repubblicana recente, oltre a essere una persona di grande spessore umano e di incredibile dottrina sia culturale che politica. Le mie più sentite condoglianze ai familiari". Lo dichiara il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
"È scomparso un personaggio tra i principali della prima Repubblica, figura controversa. I contemporanei hanno difficoltà a giudicarla. Ai posteri l'ardua sentenza". Così Oliviero Diliberto (Pdci) commenta a Radio 24 la scomparsa di Giulio Andreotti. "Rimpiango quel mondo in cui vi erano contrapposizioni forti di pensieri forti e strutturati e oggi del tutto scomparsa - afferma -. Le ombre sul passato di Andreotti sono molto serie e attengono alla sentenza che l'ha assolto per il periodo precedente a quello della prescrizione, appunto solo per la prescrizione. Era un avversario di livello, oggi i nostri avversari sono degli omuncoli, come d'altro canto anche noi"."Con Giulio Andreotti muore una personalità che nel bene e nel male ha espresso lo spirito più profondo della Dc". Lo dichiara Fabrizio Cicchitto del Pdl. "Per lui la mediazione era l'essenza della politica e andava esercitata con tutti, dal Pci ai grandi gruppi economico finanziari agli alleati politici fino anche alla mafia tradizionale,mentre invece condusse una lotta senza quartiere contro quella corleonese, fedele in modo totale in una prima fase alla Alleanza Atlantica, in una seconda persegui intese e rapporti anche con l'Urss e il mondo comunista", osserva. "Egli diede anche espressione a quella parte della Dc che scelse di avere rapporti preferenziali con il mondo arabo nella moltelplicità delle sue espressioni. Rispetto a De Gasperi e anche a Moro e a Fanfani egli è stato più l'uomo della continuità e della normalità della gestione del potere che non il protagonista di grandi progetti politici e di grandi cambiamenti strutturali", conclude Cicchitto."Con la morte di Giulio Andreotti scompare un simbolo della nostra vita democratica", afferma il presidente dei senatori Pdl, Renato Schifani. "Un uomo - prosegue - che è stato capace, con alto senso dello Stato e con un'intelligenza non comune, di segnare tanti momenti fondamentali delle nostre istituzioni. Sono vicino ai suoi familiari in questo momento di dolore, anche a nome di tutti i senatori del Popolo della Libertà".
"Giulio Andreotti è stato un indiscutibile protagonista della vita politica italiana. Non sono mai stato un suo sostenitore ma ho condiviso con lui l'appartenenza al Senato, la fede calcistica, il quartiere ed anche la parrocchia di San Giovanni dei Fiorentini per la messa domenicale. Ha dimostrato in frangenti drammatici di saper affrontare con grande pazienza processi che non avrebbe dovuto subire". Lo dichiara Maurizio Gasparri. "Autore e fautore di mille mediazioni dovrà, anche dopo la fine della vita terrena, accettare un dibattito a più voci sul suo ruolo politico. Ma, al di là della vicinanza o della distanza, credo che tutti ne riconosceranno la dedizione ai suoi incarichi e una passione per la politica che ha saputo unire l'ascolto dei più lontani dei territori all'autorevole presenza nei più importanti consessi internazionali", conclude."Si è trattato certamente di un leader anche molto discusso nei diversi momenti della sua lunga esperienza politica e per la sua concezione del potere. Tuttavia, non si può negare che egli abbia mantenuto aperto ildialogo anche con forze politiche lontane dal suo pensiero e che abbia contribuito a consolidare il ruolo e la presenza internazionale del nostro Paese, concorrendo così in modo determinante a fare la storia dell'Italia repubblicana".  È Massimo D'Alema a ricordare così Giulio Andreotti. Con il senatore a vita, spiega nel suo messaggio il presidente della Fondazione Italianieuropei, "scompare uno dei maggiori protagonisti della vita politica e democratica del Paese del dopoguerra, la personalità che forse più di ogni altra ha rappresentato la continuità del ruolo di governo e della centralità politica della Democrazia cristiana nella storia della prima Repubblica". "Nella mia vita - conclude D'Alema - ho avuto con lui diverse opportunità di incontro e di dialogo,sin da quando, nel lontano 1977, insieme ad altri responsabili delle organizzazioni giovanili, ci recammo da lui, che era presidente del Consiglio di un governo di solidarietà nazionale, per chiedere un impegno particolare per il lavoro dei giovani. Ciò si tradusse - rileva - nel varo della legge 285 per l'occupazione giovanile"."Il presidente Andreotti è stato un protagonista della storia politica italiana del '900. Esprimo i miei più vivi sentimenti di cordoglio non dimenticando la collaborazione politica con mio padre Bettino negli anni '80 e i successi comuni in campo internazionale. Non posso inoltre dimenticare l'impegno per una soluzione politica al 'caso Craxi', che si aprì nel decennio successivo. Andreotti appartiene a una classe politica di alto spessore e livello, forse inimitabile". Così Bobo Craxi del Partito socialista commenta la scomparsa di Giulio Andreotti.
​​​​
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: