sabato 16 giugno 2012
​Lo ha detto il segretario del Pdl all'indomani dell'approvazione del testo da parte del governo Monti. Il premier: «In moto 80 miliardi. E ora uno Stato più magro» | Il bonus ristrutturazioni sale al 50% | Vendite al via: subito 10 miliardi
Risparmi, cessioni e sviluppo di Gianfranco Marcelli
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"Sui giornali avevo visto che erano stati stanziati 80 miliardi per la crescita; poi ho capito che erano uno reale e 79 virtuali. È come se noi, approvando il piano casa, avessimo detto che venivano non affidati, ma stanziati 50 miliardi". Lo dice Angelino Alfano annunciando per prossima settimana "le proposte del Pdl per la crescita". La prossima settimana il Pdl presenterà le sue proposte per la crescita: il segretario Angelino Alfano lo ha spiegato commentando il decreto sviluppo approvato ieri dal governo. "Rispondo con un sorriso. Questa mattina - ha detto - sui giornali leggendo le prime pagine avevo visto che erano stati stanziati 80 miliardi per la crescita, poi ho capito che erano uno reale e 79 virtuali. È come se noi, quando abbiamo approvato il piano casa, avessimo detto che venivano non affidati, ma stanziati 50 miliardi". Sulle norme ha preferito non dare un giudizio perché "le liti fra i ministri hanno impedito di approvarlo, ed è stato approvato salvo intese quindi quando avremo modo di leggerlo lo giudicheremo". "Già la prossima settimana, come Pdl - ha annunciato il segretario - presenteremo le nostra proposte per la crescita e offriremo al Parlamento per rafforzare e migliorare i contributi del decreto qualora non siano coincidenti con le nostre proposte".BELISARIO (IDV): NON BASTANO ANNUNCI"A un Paese in ginocchio non bastano gli annunci, il Governo è già in ritardo per passare ai fatti e correggere la sua azione iniqua e recessiva". Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato, Felice Belisario. "Da tempo - rileva - chiediamo un vero cambio di rotta, che consenta di abbandonare la linea del rigore e puntare sullo sviluppo. Il decreto presentato in pompa magna da Monti e Passera è fatto solo di titoli, tutti da approfondire, e non è neppure chiaro dove saranno reperite le risorse necessarie. Insomma, al Paese serve una sterzata e non del fumo negli occhi. Attendiamo che il provvedimento venga depositato alle Camere pervalutarlo nel merito, con spirito libero, nell'esclusivo interesse degli italiani". GERMONTANI (FLI): PRIMA VERA SCOSSA"Se davvero il decreto Sviluppo muoverà 80 miliardi di risorse per la crescita, siamo davanti alla prima vera, significativa 'scossà in grado di risvegliare la nostra economia e far ripartire la domanda. In attesa di leggere l'articolato del provvedimento, il primo giudizio sulle anticipazioni del governo è certamente positivo". Lo afferma Maria Ida Germontani, componente dell'ufficio di presidenza nazionale di Fli e capogruppo del TerzoPolo (Api-Fli) in Commissione Industria del Senato.DELLA SETA E FERRANTE (PD): PASSO INDIETRO SULLA GREEN ECONOMY"Quasi nulla sul piano generale, e sulla green economy un vistoso, preoccupante passo indietro. La delusione per il tanto atteso decreto sviluppo è palpabile: al netto delle cifre dichiarate, gli 80 miliardi che sono in realtà le risorse private che il decreto vorrebbe attivare, sostanzialmente c'è solo un miliardo, e purtroppo alcune scelte sono decisamente dannose". Lo dichiarano i senatori ecodem del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

CENTRELLA (UGL): È SOLO PUNTO DI PARTENZAll decreto sviluppo "è un punto di partenza e non la soluzione, perché se dicessimo che quella è la soluzione diremmo una grossa fesseria". Lo ha affermato il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella, a margine dei lavori del primo congresso nazionale Ugl Intesa Funzione Pubblica, in corso a Montesilvano. "Il ministro Passera - ha sottolineato Centrella - ha avuto la forza di imporre questo decreto sviluppo che principalmentedeve far leva sulle infrastrutture, perchè la nostra Nazione ha un gap particolare: medie infrastrutture al Nord e nessuna a Sud". "Con le infrastrutture, d'altronde, si crea anche un 'humus' per le imprese per far investire non solo al Nord ma anche al Sud. In questo modo - ha concluso - il meridione non è un peso per la nazione, ma, al contrario, può servire ad uscire, tutti insieme, dalla crisi".

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