sabato 4 gennaio 2014
​L'appello del cardinale Sepe e dei vescovi della Campania per salvare le aree inquinate ha suscitato riflessioni e proposte.
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«Le parole del cardinale Sepe e dei vescovi campani, insieme a quelle di Napolitano nella lettera inviata a don Patriciello, sulla Terra dei fuochi, richiamano tutti a individuare soluzioni sempre più efficaci e condivise». Le afferma il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, commentando la lettera-appello dell'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, e dei vescovi della regione in merito alla tragedia del grave inquinamento in alcune aree della Campania. Secondo Caldoro occorre lavorare tutti «nella stessa direzione per dare risposte alle paure e per isolare quelli che non vogliono cambiare. Per le bonifiche, che sono partite e che devono continuare, per un'azione aggiuntiva di sanità pubblica e per coinvolgere in tutti i processi i cittadini al fine di tutelare il nostro ambiente». Ma sono anche altre le reazioni alla lettera appello. «L'appello della Chiesa campana - dice Chiara Braga, responsabile nazionale politiche difesa del territorio del Pd - ci dice di fare presto: contrasto alla criminalità, registro tumori e sostegno alla buona agricoltura per salvare la Terra dei fuochi». «Sì, sulla terra dei fuochi bisogna fae presto, hanno ragione i vescovi campani che chiedono una sterzata radicale - afferma Arturo Scotto, deputato e segretario regionale del Sel in Campania -: dobbiamo acelerare le bonifiche e anche aumentare i finanziamenti per la messa in sicurezza dei terreni».
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