martedì 21 agosto 2018
Nel mirino di due giovani che si sono dati alla fuga un bracciante indiano ferito mentre era in bici sulla Pontina. L'uomo ha denunciato ai carabinieri l'accaduto accompagnato dal datore di lavoro
(Foto d'archivio)

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Un dolore fitto allo stomaco, come tre punture. È toccato a un bracciante indiano che domenica sera percorreva in bicicletta una strada secondaria di Terracina, in provincia di Latina, sopraffatto subito dalla paura che fa tremare le gambe. Le tre fitte erano i pallini sparati quasi certamente da un’arma ad aria compressa, come quelle per uso sportivo.

Lunedì mattina il 40enne, che lavora in zona, ha deciso di presentarsi dai carabinieri per denunciare l’episodio di cui è stato vittima. Ai militari ha spiegato che si trovava in bicicletta su Via Badino Vecchia, di ritorno dal lavoro nei campi, quando un’auto lo ha superato e in quello stesso istante ha capito di essere stato il bersaglio di un’azione sciagurata. Nonostante il buio e l’effetto sorpresa, il bracciante è riuscito comunque a fornire una sommaria descrizione della vettura. Per sua fortuna, ha riportato solo lievi ferite.

L’episodio è l’ultimo di una lunga serie – almeno quindici in pochi mesi a livello nazionale – di quella che sembra ormai diventata una “moda”: il tiro al bersaglio verso gli immigrati.

LE PRECEDENTI AGGRESSIONI

Solo per rimanere nella provincia di Latina, quattro giorni fa è accaduto un analogo episodio, ad Aprilia, dove un camerunense è stato ferito a un piede dai piombini sparati da una carabina ad aria compressa. I carabinieri sono poi riusciti a scoprire gli autori, un ventenne e due minorenni, di 16 e 17 anni d’età, i quali hanno dichiarato che stavano solo “provando” l’arma appena acquistata e che non avevano intenzione di sparare ad alcuno. Un terzo episodio è accaduto a Latina, nella zona di Borgo Faiti, lo scorso luglio quando due giovani nigeriani, in attesa dell’autobus, sono stati feriti dai pallini di una pistola ad aria compressa sparati da un’auto in corsa, con a bordo tre ragazzi.

Episodi simili sono stati denunciati anche a Caserta, Napoli, Forlì. Partinico. Sempre ad Aprilia, a fine luglio, un marocchino di 43 anni d’età creduto un ladro veniva inseguito da tre cittadini del posto: finiva fuori strada, forse colpito con calci e pugni. E di lì a poco moriva.

Altro episodio choc quello di Roma: a farne le spese una bimba rom di appena 14 mesi, rimasta gravemente ferita alla schiena da un colpo di pistola ad aria compressa mentre era in braccio alla madre. Ad esplodere il colpo un 59enne romano, che si è difeso dicendo: «Non volevo colpirla». E con una goliardata si sono giustificati giovani che a Torino, con il lancio delle uova, hanno colpito l’atleta italiana, Daisy Osakue, di origine nigeriana.

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