domenica 21 luglio 2019
La famiglia, di origini marocchine, trasferita da Primavalle in un centro di Tor Vergata. Un avvocato si fa carico degli studi di Rayane, la fondazione Einaudi gli dona dei volumi
La foto simbolo del bambino all'uscita della ex scuola occupata (Ansa)

La foto simbolo del bambino all'uscita della ex scuola occupata (Ansa)

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Sgomberati dalla Polizia i 300 immigrati occupanti l’ex scuola di via Capranica a Primavalle, per il piccolo Rayane (il ragazzo, lo ricorderete, immortalato con una pila di vecchi libri che portava in salvo), non è finita la solidarietà degli esseri umani, che si faranno carico della voglia di studiare che questo undicenne di origini marocchine, dall’accento romanesco, ha platealmente mostrato.

È stata la fondazione Einaudi, a farsi avanti per prima. Un piccolo dono da parte loro (una decina di libri) è bastato a lanciare un segnale: sono pervenute alla fondazione diverse disponibilità a farsi carico degli oneri di istruzione per il ragazzo. Per ora, ufficialmente, la fondazione ha fatto pervenire alla famiglia l’intenzione di un cittadino che dietro la promessa dell’anonimato (si sa solo che si tratta di un avvocato) ha preso l’impegno – per ora – di sostenere tutte le sue spese scolastiche per il prossimo anno, in attesa di sapere che ne sarà della sua famiglia, negli anni a venire. Non è la sola disponibilità pervenuta, altri cittadini si sono fatti avanti sull’onda emotiva, ma ora la famiglia di Rayane, travolta da improvvisa notorietà, si definisce «frastornata» e chiede comprensibilmente un momento di privata riflessione. Nei prossimi giorni potrebbe quindi avvenire il contatto 'fisico' – al riparo dalla pubblicità – fra la famiglia e l’anonimo benefattore, e la consegna dei libri donati dalla fondazione.

Non è la solita storia della società civile migliore della politica, ma – insomma – quando le istituzioni precipitano nell’abisso della disumanità e quando uno scatto fotografico (da parte della fotoreporter freelance Cecilia Fabiano) è in grado di portarlo alla luce, spunta come per miracolo un ente, un’associazione o qualche privato cittadino a farsi garanti di valori costituzionalmente garantiti, trascurati da chi sulla Costituzione ha giurato. La disumanità – stando ai fatti, fuor di retorica – consiste nel fatto che questo ragazzo di 11 anni era ormai perfettamente integrato nella scuola della zona (e l’istruzione dei minori, tutti, oltre a essere un suo diritto è un dovere delle istituzioni italiane), ed era ormai nel cuore delle sue insegnanti, tanto da aver promesso alla docente di matematica e scienze di volersi laureare. Ora invece, lo hanno trasferito a 40 chilometri di distanza, al centro di Passolombardo, a Tor Vergata (estrema periferia Sud di Roma) gestito dalla cooperativa di promozione sociale 'Tre fontane'.

Troppo rovinati, per essere i suoi libri di scuola, quei libri che portava via – si è poi saputo – erano dei testi antichi di filosofia e religione che la famiglia aveva acquisito in negozio di antiquariato a Roma, con l’intento di farne dono al nonno, insegnante in pensione in Marocco. Ma quel gesto del ragazzo rivelava in modo inequivocabile quanta importanza rivesta – nel suo animo – lo studio e la formazione. «L’edificio era pericolante», la motivazione ufficiale fornita dal ministro Salvini, nel compiacersi dell’operazione di Primavalle. Nei pochi minuti concessi dalle forze di polizia, prima di esser portato via, Rayane è riuscito a mettere in salvo anche le pagelle, di cui va fiero, e il quaderno per i compiti per le vacanze, che tanti suoi coetanei, forse, avrebbero lasciato volentieri lì. «Non c’era tanto tempo - ha spiegato - è stata una cosa spontanea. Ho visto dei libri antichi e le cose antiche, ho pensato, sono di valore». Ma l’obiettivo più importante per lui, ora, è mantenere la promessa fatta alla sua insegnante, di laurearsi. Anche se i suoi amichetti di scuola di Primavalle ha dovuto salutarli, per ricominciare tutto daccapo.

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