giovedì 30 ottobre 2014
Secondo l'Istat il 28,4% degli italiani è a rischio, colpite le famiglie numerose. 
Bagnasco: è l'onda lunga della crisi, urgono risposte
Lotta alla povertà, primissimo dovere di Marco Tarquinio 
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Un italiano su quattro, precisamente il 28,4% della popolazione, è a rischio povertà o esclusione sociale. Il dato, contenuto in un report dell'Istat, è riferito al 2013 ed è derivato dalla combinazione della grave deprivazione materiale e della bassa intensità di lavoro e corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno una di queste due condizioni. Un timido raggio di sole fa però capolino: rispetto al 2012 (quando ad essere a rischio povertà era il 29,9% degli italiani) si è registrato un miglioramento di 1,5 punti percentuali. Per l'Istat il rischio povertà è diminuito per anziani soli, coppie con un figlio o monogenitoriali ma resta assai elevato (anzi in preoccupante crescita) per le famiglie numerose  (39,8%), con tre o più figli (43,7%, quattro punti percentuale in più rispetto al 2012), soprattutto se minori (45,4%) o con un solo reddito (46,1%). Nel frattempo, si riduce il reddito medio disponibile: nel 2012, il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito non superiore a 24.215 euro (2.017 euro al mese). Redditi medi più elevati si osservano per le famiglie settentrionali; quelle che vivono nel Centro e nel Mezzogiorno mostrano livelli pari, rispettivamente, al 96% e al 74% di quello delle famiglie residenti al Nord. Nonostante l'erosione dei redditi e la morsa della crisi che non accenna ad allentarsi, aumenta la fiducia degli italiani sul prorio futuro, almeno secondo quanto emerge da un'indagine realizzata dall'Acri insieme a Ipsos in occasione della 90esima Giornata Mondiale del Risparmio. Dopo un anno terribile come il 2013, emergono segnali di maggior fiducia malgrado gli italiani pensino che la crisi sia profonda (è molto grave per l'87%) e lunga, con un orizzonte temporale che sfiora il 2020. Sempre secondo il sondaggio, la metà degli italiani è soddisfatta della propria condizione economica mentre si contrae un pò il numero di famiglie colpite direttamente dalla crisi (dal 30% al 27%). Le famiglie che hanno registrato un serio peggioramento del proprio tenore di vita negli ultimi 2/3 anni sono il 23% contro il 26% del 2013; sono il 46% (sostanzialmente in linea col 47% del 2012) coloro che hanno dovuto fare attenzione per mantenere il proprio tenore di vita; mentre raggiungono il 27% (contro il 25% dello scorso anno) coloro che lo hanno mantenuto con facilità. Ma vedere la vita con ottimismo non basta. L'indagine evidenzia anche che attualmente una famiglia su 4 (il 25%, in crescita rispetto al 2013) non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie. Se la spesa imprevista fosse maggiore, 10.000 euro (ossia un furto d'auto, una complessa operazione dentistica, la sistemazione di un tetto o una cartella esattoriale non attesa), potrebbe farvi fronte con le sole proprie forze poco più di 1 famiglia su 3 (il 37%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2013). La fotografia dell'Istat fa il paio con uno studio della Cgil secondo cui sono oltre 9,5 milioni (9.541mila) le persone in grave difficoltà per la mancanza di lavoro. Si tratta del dato semestrale più alto dal 2007 ad oggi, sottolinea il rapporto dell'osservatorio del mercato del lavoro dell'Associazione Bruno Trentin sugli effetti della crisi sul lavoro in Italia, aggiornato al primo semestre 2014. Solo negli ultimi 12 mesi, rileva la ricerca, nell'area del disagio e della sofferenza occupazionale, si è riscontrato un incremento del 5,4% (equivalente a +490 mila unità), mentre rispetto al primo semestre 2007 l'aumento è stato del 67,3% (+3 milioni e 839 persone).
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