lunedì 14 gennaio 2013
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​Cantare con le mani anzi, rappare con le mani. Incastrare rime e versi a gesti in canzoni mute dalle strofe silenziose: quella che si potrebbe definire una sinestesia musicale sembra una contraddizione curiosa, uno scherzo dei sensi, un inganno dell’udito e della vista. Eppure questo è quello che fa Eugenio Scarlato, il primo e unico rapper sordo d’Italia che canta per i sordi in lingua italiana dei segni (Lis). Rime visive segnate gesticolando mentre il pubblico guarda la canzone. E ha scelto il rap, forse il più verbale dei generi musicali, quello che fa di un discorso una canzone mettendo in rima le frasi con notevole artificio retorico e linguistico, non a caso.Si è esibito sabato sera davanti al grande pubblico televisivo di prima serata partecipando alla prima puntata del talent show “Italia’s got talent” e ha riscosso subito un grande successo sia tra i giurati che tra il pubblico (per inciso, la trasmissione, andata in onda su Canale 5, è stata la più vista della serata con 7.253.000 telespettatori e uno share del 30,93%). L’originalità del mezzo espressivo con cui ha proposto la sua canzone muta “Dubbio dubbio” gli è infatti valsa il voto favorevole della giuria con il conseguente passaggio di turno alla prossima sfida televisiva. Ad accompagnarlo un’interprete della lingua dei segni che traduceva ciò che diceva e una voce fuori campo che recitava il testo della canzone, in modo da poterla rendere comprensibile anche per chi non è affetto da sordità nonostante sia difficile tradurre a parole un testo “segnato”, perché, come ha spiegato il cantante stesso, si rischia una perdita di significato: poiché i sordi rimano con le mani, ovviamente il sistema dei versi e la loro combinazione risultano notevolmente diversi.Nonostante questo, tutti hanno applaudito. E lo hanno fatto senza fare rumore, come si fa in lis, alzando e scuotendo i palmi delle mani verso l’alto, come farfalle: un applauso visivo silenzioso e inedito, ma ugualmente caloroso. Sembrava quasi che lo studio televisivo si fosse immedesimato per qualche secondo nella sua condizione, fosse entrato nel suo mondo ovattato comprendendo davvero cosa volesse comunicare con quei movimenti rapidi e strani.Scarlato, classe 1978, di Bologna (ma calabrese di origine), padre da appena due mesi di una bimba, si definisce lis performer, un artista completo quindi, impegnato da tempo nell’opera di sensibilizzazione attorno alla tematica della disabilità delle persone sorde. Prima di dedicarsi alla musica aveva già sperimentato le potenzialità espressive del linguaggio dei segni nel teatro, recitando sempre a gesti. L’esplorazione delle capacità comunicative del corpo, in particolare delle mani e della mimica facciale, è proseguita poi come cantautore di testi rap. L’incontro con il musicista Alfonso Marrazzo, autore delle basi musicali, gli ha permesso di dare ai suoi gesti il ritmo giusto: va a tempo seguendo le vibrazioni dei bassi e rappa con ineccepibile destrezza. Un messaggio da diffondere, non tanto per i contenuti delle sue canzoni, quanto per la novità del mezzo espressivo usato e portato a conoscenza del grande pubblico: l’inusuale connubio del rap con il linguaggio dei segni apre infatti nuove opportunità espressive per le persone sorde, tutte da sperimentare.
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