lunedì 19 dicembre 2016
Ancora una giornata frenetica in Campidoglio, il M5s costretto a cambiare ancora una volta la squadra di goverrno.
Raggi: non sono commissariata. Bergamo nuovo vicesindaco
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L'ennesima giornata di fibrillazione in Campidoglio si chiude con una doppia nomina serale che riempie i vuoti aperti in giunta e fa sfumare l’ombra di un possibile "commissariamento" della sindaca Virginia Raggi da parte dei vertici grillini. Per sostituire il vicesindaco Daniele Frongia, suo ex braccio destro "dimissionato" dal Movimento (ma resta assessore allo Sport), e l’assessore all’Ambiente Paola Muraro (dimessasi dopo un avviso di garanzia della procura di Roma) Virginia Raggi ha individuato Luca Bergamo e Pinuccia Montanari.

Il primo, attuale assessore alla Crescita culturale, ricoprirà ora pure il ruolo di vicesindaco: nel curriculum politico, annovera una lunga esperienza maturata nel centrosinistra, a partire dagli anni in cui era sindaco di Roma Francesco Rutelli, e nel 2007-2008 è stato direttore generale dell’Agenzia nazionale per i giovani, su incarico dell’allora ministro per le Politiche giovanili Giovanna Melandri.

La quadra sul suo nome arriva dopo una giornata di opzioni e ipotesi via via scartate. In mattinata il primo a sfilarsi è il candidato più accreditato, Massimo Colomban. L’assessore alle Partecipate (e uomo di fiducia della Casaleggio associati), resta comunque esponente di peso nella giunta: «Ringrazio per l’offerta, ma declino per senso di responsabilità – spiega –. Preferisco completare il mio compito, prima di assumere altri impegni gravosi e politici».

Nelle ore successive, circolano altre ipotesi: da Andrea Mazzillo, attuale responsabile del Bilancio (le cui quotazioni però non prendono quota, perché ritenuto "vicino" alla sindaca) a Marcello De Vito e Paolo Ferrara, che fanno capire di non essere interessati. In serata, i consiglieri di maggioranza del M5S convergono sul nome di Bergamo, forse convinti che un tecnico con un passato di centrosinistra possa fare da "schermo" contro la presunta vicinanza a una certa destra attribuita a Raggi.
Il profilo di Montanari invece è quello di una esperta di temi ambientali. È stata già assessore a Reggio Emilia e a Genova (città del leader Beppe Grillo): «C’è stata subito grande sintonia tra me e la sindaca Raggi – dichiara la neo-assessora –. È un’amministratrice forte e attenta e sono orgogliosa di lavorare con lei». Montanari si dice determinata a «portare Roma verso la dimensione di una città sempre più zero waste». La nuova responsabile dell’Ambiente punta a far applicare la normativa europea e «all’adozione di un piano comunale per la riduzione dei rifiuti. Mi piacerebbe che venissero chiamati materiali post-consumo...».

Dal canto suo, dopo le nomine, la sindaca pare pronta a ripartire, lasciandosi alle spalle le tensioni di questi giorni. In mattinata, uscendo da casa, aveva ostentato tranquillità, ribattendo a chi le chiedeva se si sentisse commissariata: «Assolutamente no, mi sento ancora dentro il M5S... Se ricevo un avviso di garanzia? Valuterò».

Nella faticosa tela di Penelope capitolina restano tuttavia alcune caselle ancora da riempire: c’è l’incarico di capo di gabinetto (rimasto vuoto dopo l’addio del magistrato Carla Raineri), il ruolo di capo segreteria liberato da Salvatore Romeo (anche lui "dimissionato" dai vertici di M5S) e infine la casella di capo del personale, fino all’altro ieri occupata dal dirigente comunale Raffaele Marra, arrestato dai Carabinieri con l’accusa di corruzione insieme all’immobiliarista Sergio Scarpellini su richiesta della procura di Roma (il loro interrogatorio di garanzia è previsto per oggi nel carcere di Regina Coeli).

Tuttavia, seppur privata (un componente alla volta) dei fedelissimi del cosiddetto "raggio magico", la sindaca non molla. «È stata una settimana difficile» ammette, provando con un messaggio su Facebook a «tranquillizzare i romani: nonostante le difficili giornate trascorse il lavoro per la città non si è fermato. Anzi prosegue con ulteriore slancio». Ma dal Pd, Roberto Giachetti la incalza: «Raggi è commissariata perché ha firmato un documento con la Casaleggio associati, col quale abdicava a scelte importanti, anche dei suoi più diretti collaboratori. Così contravviene alla legge, che prevede l’elezione diretta del sindaco e non la gestione in condominio».

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