I motivi dell’inatteso risultato milanese, secondo Gaetano Quagliariello, sono due. Il primo: «Non c’è stato l’effetto-amministrative». Cioè, senatore? «Beh, sa, non si è verificato quell’effetto positivo legato al sindaco uscente... sia chiaro, io non conosco e non giudico l’operato della Moratti e della giunta uscente, registro un dato...». E il secondo motivo? «Mah, la campagna elettorale è stata zigzagante, senza una linea coerente, certe radicalizzazioni improvvise pagano per altri, non per un partito moderato come il nostro». Partita persa allora? «Ma nient’affatto, con il ballottaggio è tutto aperto, i conti si fanno alla fine, possiamo compattare il fronte moderato. E poi ricordiamoci che se strappiamo almeno una grande città, e facciamo passare altri centri dalla parte nostra, possiamo dire di averla spuntata. Non dimentichiamo che siamo forza di governo...».
Senatore, ha l’aria di chi aveva preannunciato i rischi di alzare i toni...Non l’ho mai nascosto, poi in questo caso i toni forti nemmeno si addicevano all’immagine della nostra candidata. Era giusto rispondere agli attacchi duri, quella è la città dei cinque processi al premier, ma andare oltre era inutile. La nostra, al massimo, doveva essere una "radicalizzazione moderata".
Ha pesato l’attacco della Moratti a Pisapia in diretta tv?È il complesso delle cose che va analizzato, è tutta la campagna elettorale che non ha avuto un indirizzo lineare.
In molti nel Pdl hanno individuato la regia dei toni aspri in Santanché e Sallusti.Non mi risulta e non posso dirlo.
Sul terreno delle radicalizzazioni che non pagano ha giocato anche Berlusconi, che a Milano sembra aver dimezzato il suo pacchetto voti?È stato chiesto al premier un impegno diretto, e Berlusconi ci ha messo la faccia come fa un vero leader.
È davvero possibile una risalita?Certo, c’è un bacino di voto moderato, bisogna fare una campagna in quella direzione.
Non ha pesato anche il duello Pdl-Lega delle ultime settimane?La Lega ha "odorato" che una parte del suo elettorato rischiava di essere preso dal voto protesta, ha avuto una linea, diciamo così, di lotta e di governo, accentuando le disarmonie. Ma siamo entrambi forze di governo, le scelte impopolari che si prendono quando si governa le paghiamo insieme. Non abbiamo alternative a stare insieme.
Quando dice "unire i moderati" si appella al Terzo polo?A Milano dobbiamo evidenziare che aldilà dei problemi il moderatismo raccoglie la parte migliore della città. Permettetemi di dire con chiarezza che il Terzo polo è incompatibile con Pisapia...
I leader del Nuovo polo si sentono l’ago della bilancia...Intanto il loro risultato mi sembra modesto. Dicono che il bipolarismo ha segnato il passo, ma ha segnato il passo a favore delle forze estreme di sinistra, in alcuni casi i grillini li hanno doppiati. Senza nessun tipo di annessione dobbiamo evitare derive estremiste, perché tutte queste forze che fanno una campagna antisistemica ci mettono in una situazione pericolosa, tipo repubblica di Weimar.
È un appello recepibile vista la pregiudiziale antiberlusconiana?Le forze moderate reggono ancge perché c’è Berlusconi. La pregiudiziale antiberlusconiana avvantaggia le estreme.
A Napoli teme una "santa alleanza"?La proposta di Lettieri è passata bene. E poi in regione il Terzo polo governa con noi... Lì il problema è tutto del Pd scavalcato a sinistra.