giovedì 31 gennaio 2019
Brambilla: ma costerà 40 miliardi. Di Maio: non ascoltare i menagrami. Reddito, a rischio i paletti per gli stranieri. E la norma sul riscatto della laurea
"Quota 100", già 5.500 domande
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Il decreto su reddito di cittadinanza e quota 100 è destinato a cambiare, mentre si infiamma ancor più la corsa verso le 'nuove' pensioni. Da un lato perché l’Inps conferma la partenza con l’acceleratore: dopo 48 ore sono già oltre 5.500 le domande arrivate, sia telematicamente (2.062 alle 19 di ieri) che attraverso i patronati (3.470), mentre restano moltissimi i cittadini che si sono presentati agli sportelli per avere informazioni. Dall’altro perché anche un esperto 'di area' come Alberto Brambilla, ex consigliere economico di Matteo Salvini, rilancia l’allarme sui costi della misura che consente di lasciare il lavoro con 62 anni d’età e 38 di contributi: possono arrivare a cifre comprese fra i 36 e i 46 miliardi entro il 2026, dice a nome del centro studi 'Itinerari previdenziali'. Al momento, peraltro, non è ancora disponibile il simulatore per valutare l’importo dell’assegno che si avrà uscendo dal lavoro anticipatamente e, quindi, alcuni avranno bisogno ancora di qualche giorno di 'riflessione' prima di decidere. È un’attesa che non hanno, invece, i due vicepremier, Salvini e stavolta pure Luigi Di Maio, pronti a brindare al successo della misura, anche per i giovani che ora potrebbero trovare più facilmente un’occupazione. «Partenza sprint di 'quota 100' – ha scritto su Twitter Salvini – alla faccia di Fornero e Monti, gli italiani apprezzano ». «Smettiamola di ascoltare i menagrami – scrive a sua volta Di Maio –. Parte il ricambio generazionale. I risultati si cominciano a vedere. E siamo solo all’inizio».

L’Inps ha precisato nella circolare anche le regole per l’uscita attraverso i fondi di solidarietà: chi vi entra in possesso dell’assegno straordinario per il sostegno al reddito deve raggiungere i requisiti entro il 31 dicembre 2021 (quindi quelli che compiono almeno 62 anni entro quell’anno). Mentre se si superano i 5mila euro di reddito, la pensione verrà sospesa per un anno. La vicenda del decreto, tuttavia, non è affatto chiusa. Perché M5s e Lega già fanno sapere di volere innestare alcune novità nel percorso parlamentare. Ma anche perché alla partenza dell’esame, ieri in commissione al Senato, i primi nodi sono venuti al pettine. Ci sono dubbi di costituzionalità, avvertono i tecnici delle Camere, sia per le norme sul riscatto della laurea che per i vincoli posti per dare il reddito di cittadinanza agli stranieri, oltre a vari punti che andrebbero chiariti meglio, a partire dal numero di rinnovi previsti per il reddito.

«Intanto iniziamo ad erogarlo, poi se i giudici diranno qualcosa si vedrà», si minimizza in casa 5 Stelle. La macchina del nuovo sussidio sta già lavorando a pieno ritmo: alle Poste sarebbero già in stampa 3 milioni di tessere, sulle quali sarà caricato il reddito. Le regole per ottenerlo prevedono che si debba essere residenti da 10 anni in Italia, gli ultimi due continuativi. Un lasso di tempo - ricordano però i tecnici - che già è stato bocciato dalla Corte Costituzionale in più di una sentenza perché «irragionevole e arbitrario » e a rischio anche di violare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Si tratta infatti del doppio degli anni necessari perché venga riconosciuto il permesso di lungo soggiorno, requisito per l’accesso al Reddito di inclusione, quel Rei che da aprile lascerà il passo al Rdc.

Non va meglio per "quota 100": qui i tecnici si sono soffermati sulle novità per il riscatto agevolato degli anni passati all’Università. Al momento si consente un maxi-sconto, ma con un doppio requisito: aver iniziato a lavorare dopo il 1996, ricadendo quindi interamente nel sistema contributivo, e avere meno di 45 anni. Ed è proprio il limite di età a sollevare i dubbi, perché non rispetterebbe il principio della "parità di trattamento". Il nodo è tra quelli su cui la Lega aveva già promesso un intervento, nella logica di ampliare la platea fino ai 50enni. Altra modifica già annunciata, che però sarebbe in corso di valutazione, è quella di portare oltre i 30mila euro la quota di anticipo del trattamento di fine servizio per gli statali. Mentre, tra le modifiche care a 5s, resta l’attesa per la 'tagliola' sulle pensioni dei sindacalisti.

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