giovedì 10 maggio 2018
Sergio Mattarella invita a sottrarsi alla narrativa euroscettica «che prospetta soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili». Da recuperare però «il senso della solidarietà europea»
Monito ai sovranisti: «l'Europa unica risposta a problemi difficili»
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Forte messaggio a sovranisti ed euroscettici dal presidente della Repubblica. Sergio Mattarella ribadisce che l'Unione Europea è l'unica risposta alle «difficili» sfide internazionali. Il capo dello Stato difende la scelta dell'euro come moneta comune, elogia la politica della Banca centrale europea, e invita a sottrarsi alla «narrativa sovranista che prospetta soluzioni tanto seducenti quanto inattuabili».


«Tutti sanno che nessuna delle grandi sfide, alle quali il nostro continente è oggi esposto, può essere affrontata da un qualunque Paese membro dell'Unione, preso singolarmente», dice il Presidente nel suo discorso alla conferenza annuale di Fiesole sullo Stato dell'Unione, citando prima di tutto le tensioni dovute all'emigrazione e i rischi di guerra commerciale. Ma Mattarella accenna anche 0171all'energia, al cambiamento climatico, alla rivoluzione digitale, alle disuguaglianze economiche, al contrasto al terrorismo... alla criminalità organizzata». E dunque «la risposta a tutti questi difficili test è una sola: Unione Europea», sottolinea il presidente.

«Pensare di farcela da soli è pura illusione, o peggio inganno consapevole delle pubbliche opinioni», chiarisce Mattarella. «L'irrilevanza delle politiche di ciascun singolo Paese europeo, fuori dal quadro di riferimento continentale, emergerebbe immediatamente». Come membri dell'Ue «abbiamo una moneta capace di costituire un punto di riferimento concreto sul piano internazionale, un ruolo che nessuna moneta nazionale potrebbe svolgere», dice ancora il presidente, parlando anche della «saggia politica di accompagnamento della ripresa economica» da parte della Bce.

Mattarella invocato però il recupero della «solidarietà europea» e non manca di lesinare critiche ai governi nazionali. «In realtà le scelte, anche quelle discutibili, sono sempre state frutto del confronto democratico tra i governi in sede di Consiglio Europeo, con il concorso del Parlamento Europeo», afferma. contestando la prassi di accusare la "burocrazia" di Bruxelles per le scelte non gradite. E criticato anche «l'enfasi prestata negli ultimi anni agli aspetti esclusivamente economici dell'integrazione», perché ha contribuito al rafforzarsi di una narrativa negativa». Piuttosto «l'economia deve essere parte di una visione politica del percorso di integrazione».

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