martedì 29 marzo 2016
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ROMA Dopo più di quattro anni, la vicenda dei due marò si appresta ad imboccare il percorso dell’arbitrato arbitrato internazionale. Con tempi non inferiori ai due anni. Il 15 febbraio 2012 i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in servizio antipirateria sul mercantile Enrica Lexia in acque internazionali, sparano colpi di avvertimento davanti a un peschereccio apparentemente in rotta di abbordaggio. Secondo l’accusa uccidono due pescatori. Il 19 feb- braio vengono fatti scendere dalla nave a Kochi (India). Il 6 marzo il giudice li incarcera. Il 30 maggio è concessa la libertà su cauzione. Il 20 dicembre due settimane di licenza per Natale. Il 4 gennaio 2013 i due tornano in India. Il 22 febbraio nuovo permesso di 4 settimane per il voto. Il ministro degli Esteri del governo Monti, Giulio Terzi, l’11 marzo annuncia: i marò non rientreranno, l’India ha violato il diritto internazionale. Ma il 22 marzo ripartiranno su decisione del premier Mario Monti, a detta di Terzi (che il 26 si dimette) convinto dal ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, Il 30 marzo l’India affida il caso alla polizia anti- terrorismo, il 10 aprile assicura però che non c’è rischio di pena capitale. Il 3 maggio il premier Enrico Letta nomina Staffan De Mistura inviato speciale. Il 28 marzo 2014 l’India esclude il ricorso alla legge antiterrorismo. Il 31 agosto Latorre è colpito da ischemia. L’India concede il 12 settembre il rientro in Italia per 4 mesi. Il 5 gennaio 2015 è operato al cuore. L’India concede altri tre mesi. Il 15 gennaio risoluzione del Parlamento europeo a favore dei marò. Il 13 luglio i giudici indiani accettano la richiesta italiana di arbitrato internazionale presso la Corte permanente di arbitraggio (Cpa). Il 21 luglio l’Italia ricorre al Tribunale internazionale del diritto del Mare (Itlos) di Amburgo, chiedendo che fino alla sentenza arbitrale Latorre resti in Italia e Girone torni. Il 24 agosto l’Itlos decide che in attesa della conclusione dell’arbitrato Italia e India sospendano ogni iniziativa giudiziaria. L’India perde la giurisdizione, ma l’Italia non vede accogliere le richiesta sul ritorno. Il 6 novembre all’Aia è costituito il tribunale arbitrale: un italiano, un indiano, un sudcoreano, un giamaicano scelti dal presidente russo della Cpa. Il 12 dicembre l’Italia chiede alla Cpa di autorizzare Girone a tornare in Italia. Il 13 gennaio 2016 i giudici indiani prolungano al 30 aprile la licenza di Latorre in Italia. Il 19 gennaio la Cpa fissa per il 30 e 31 marzo la sua prima udienza. (L.Liv.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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