mercoledì 20 maggio 2015
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​L'attentato del 18 marzo scorso a Tunisi seminò il terrore nell'unico Paese della Primavera Araba che ha conosciuto una transizione pacifica verso la democrazia. Nel mirino dei terroristi, il museo del Bardo, il più antico del mondo arabo, dove è conservata la più straordinaria collezione di mosaici romani al mondo. Per diverse ore i terroristi tennero in ostaggio circa 200 turisti, per lo più sbarcati dalle crociere, in visita al museo. Nell'attacco, rivendicato dallo Stato Islamico, e nel blitz delle teste di cuoio tunisine morirono, oltre a un agente e due terroristi, 21 turisti stranieri, di cui quattro erano italiani. Si trattava di un pensionato 64enne di Novara, Francesco Caldara; un informatico torinese di 54 anni, Orazio Conte; una 72enne di Meda, vicino Monza, Giuseppina Biella; una dipendente di 54 anni del comune di Torino, Antonella Sesino. Altri 13 connazionali rimasero feriti, su un totale di 44. Prima di entrare al museo, i terroristi avevano tentato di assaltare il Parlamento, dove era in corso un'audizione delle forze armate sulla legge anti-terrorismo. Isolati per ragioni di sicurezza all'interno dell'Assemblea, i deputati registrarono un video in cui cantavano l'inno nazionale come gesto di sfida.
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