domenica 27 marzo 2016
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ROMA «Me lo fai vedere un passo di danza?». E Ludovica, diciannove anni, ragazza down, non aspetta un istante a rispondere «Sì» e a farne più di uno. Poi spiega che «alla macchina da presa sono abituata perché ho lavorato con Gassman e la Sandrelli e in una fiction », la interrompiamo: «Dai, adesso stai facendo la diva...», e lei ribatte sfoggiando un sorrisone. Nella sala trucco dell’accademia di spettacolo ' L’arte nel cuore', prima al mondo a mettere insieme ragazzi disabili e normodotati perché sviluppino (e migliorino) fino a livelli professionali le loro qualità artistiche. Recitazione, musica, danza, addirittura un corso da deejay . «L’arte, per me, è anche prendere in giro se stessi», secondo Lorenzo, ventisei anni: «E poi sul palco posso esprimere tutte le mie emozioni e anche condividerle con il pubblico». Anica di anni ne ha diciassette, «l’arte è vita... Non ho parole, per me è veramente tutto, è quel che ho sempre voluto fare ». Per Marna, ventiquattrenne, «è un gioco l’arte. Quando sono sul palco mi rilasso, non c’è ansia, né paura. Sono io». Ogni giorno li vediamo «mettersi in gioco, ma umilmente, dice Daniela Alleruzza, presidente dell’accademia. E racconta quanto sia «emozionante vedere come riescono, veramente, a superare le loro problematiche e a tirar fuori quel che hanno dentro. Insomma, la passione è talmente grande da superare ogni difficoltà ». Passione dunque più forte della disabilità? «Molto, molto più forte», dice Carlo Reali, che ai ragazzi insegna recitazione: «E quella per il teatro, poi, li sollecita in maniera straordinaria...». In questo periodo sono centosessanta e arrivano da tutta Italia, qualcuno vive anche sulla carrozzella: «Sono come figli, sono degli angeli», spiega sorridendo dolcemente Maria Isabel Rincon, direttrice artistica del settore danza – e io faccio il possibile per farli crescere sul palco, ma anche sul piano formativo». E sono davvero fuori dal comune: «Hanno un entusiasmo che vorrei averlo io», aggiunge ancora Reali. «Abbiamo fatto lavorare dodici ragazzi – racconta la presidente Alleruzza –, due da protagonisti in ' Una grande famiglia 3' (fiction di Raiuno, ndr ) e altri dieci come comparse, ma il regista, quando li ha visti ci ha detto 'sono bravi, non possono fare solo figuranti' e ha voluto far dire a ognuno di loro alcune battute». Le lezioni si stanno svolgendo nelle diverse aule. Alcune mamme leggono giornali in una sala, aspettando che i loro figli finiscano. «Qui non è come una scuola o come un’attività che si fa senza amore – sottolinea Emiliano De Martino, regista del prossimo spettacolo – qui dentro veramente c’è il cuore...». (Il videoreportage sull’accademia, 'Questione di talenti', è visibile sul sito www.avvenire.it e sul nostro canale Youtube) © RIPRODUZIONE RISERVATA Ballerine durante le prove
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