lunedì 11 gennaio 2016
Nel canale di Otranto trovato il cadavere di una donna, un'altra è dispersa, altre 7 ricoverate in ospedale. Il vescovo Angiuli: serve azione concreta. Per la Giornata mondiale dei migranti: 5mila profughi in San Pietro con il Papa
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Ancora una tragedia in mare: alcuni scafisti senza scrupoli avrebbero spinto nelle acque del canale di Otranto, in Puglia, i migranti, di nazionalità somala, scappando poi a bordo dell'imbarcazione. Finora vi è una vittima accertata, ma il timore è che il bilancio della tragedia possa essere più grave se si pensa che almeno un altro migrante, forse un'altra donna, è dispersa e altre sette persone (tra cui un bimbo di 10 anni e una donna incinta) sono ricoverate negli ospedali del Salento per contusioni e ipotermia. Altri quattro migranti, invece, sarebbero fuggiti subito dopo lo sbarco. La nuova tragedia del mare è avvenuta a Capo di Leuca, in quel Canale d'Otranto che negli anni scorsi è stato teatro di molti naufragi con centinaia di morti accertati. La vittima è una donna somala di 32 anni che i traghettatori, attorno alle 3:30 della notte tra il 10 e l'11 gennaio, hanno scaraventato in acqua assieme a sei ragazze. La donna era a bordo di un semicabinato sul quale c'erano complessivamente 42 migranti partiti un paio di giorni fa dalla Grecia.Il corpo è stato recuperato vicino a uno scoglio, in località Felloniche, non lontano da Capo di Leuca. È stato avvistato da un pescatore che ha dato l'allarme dopo aver visto un gomito sporgere dall'acqua. La vittima indossava un paio di jeans arrotolati e un reggiseno. Il maglione le era stato sfilato dal movimento del mare. La salma ha ricevuto la benedizione del vescovo della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, Vito Angiuli, giunto sul posto per assistere i migranti che erano terrorizzati. "Queste tragedie - ha sottolineato il vescovo - dovrebbero portare tutti, soprattutto coloro che hanno la responsabilità politica, ad affrontare questi problemi, ad accelerare i passi, perché queste tragedie non accadano più. Non serve più solo dolore e pietà". Gli sbarchi della notte tra il 10 e l'11 gennaio sono avvenuti in tre punti diversi della costa salentina: prima a Marina di Novaglie, in località Ciolo, dove un primo gruppo di migranti è stato trovato sugli scogli, poi a Leuca e, infine, a Felloniche dove i migranti sono stati ritrovati lungo una strada. Complessivamente sono state rintracciate e soccorse 36 persone. Sulla vicenda la Procura di Lecce ha avviato un'indagine per identificare i traghettatori e l'organizzazione criminale che gestisce i traffici verso la Puglia.
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