mercoledì 7 dicembre 2016
Il presidente dell'Upi Variati scrive a Mattarella, sollecitando un «provvedimento straordinario» in grado di scongiurare «l'interruzione dei servizi ai cittadini»
Province: troppi tagli, bilancio a rischio
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La vittoria del «No» al Referendum di domenica scorsa ne ha evitato la cancellazione dalla Costituzione, ma le Province rischiano di morire lo stesso. I continui tagli dei trasferimenti statali impediscono, di fatto, la redazione del bilancio 2017, con la conseguente interruzione dei servizi ai cittadini. Questa la «gravissima situazione» in cui versano gli enti provinciali, rappresentata ieri dal presidente dell’Unione Province italiane, Achille Variati, in una preoccupata lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
«A causa dei tagli insostenibili cui sono state sottoposte a partire dalla manovra economica del 2015», scrive Variati, le Province sono ora «nell’impossibilità di predisporre i bilanci per il 2017».

Tagli, 4 miliardi in due anni

Nello specifico, negli ultimi due anni i tagli sono stati di 650 milioni nel 2015, di 1,3 miliardi nel 2016 e saranno di 1,950 miliardi il prossimo anno. «Così si va diritti verso il dissesto», spiega Variati, che ricorda come alle Province siano state prosciugate risorse e personale (dei 43mila dipendenti del 2014, 23mila sono stati trasferiti ad altre amministrazioni dello Stato), mantenendo però alcune funzioni fondamentali. Nonostante la legge di riforma Delrio ne abbia «asciugato le competenze», questi enti intermedi hanno mantenuto «la manutenzione straordinaria di 100mila chilometri di strade provinciali e la gestione di 5mila scuole». Ora questi e altri servizi (come l’annoso problema degli Assistenti educativi e per la comunicazione per gli studenti disabili gravi), rischiano di subire un drastico ridimensionamento, «con ripercussioni pesantissime sui cittadini», si legge sempre nella lettera di Variati al Capo dello Stato.

«Subito un provvedimento straordinario»

«Il Governo uscente, dopo un lungo confronto avuto negli scorsi mesi – prosegue la missiva – aveva riconosciuto la gravità di tale situazione, tanto che aveva previsto di inserire interventi correttivi in grado di assicurare il finanziamento delle funzioni fondamentali dell’ente, nel passaggio in Senato della Legge di Bilancio 2017. Con l’apposizione della fiducia però tale possibilità è venuta a mancare e sono rimasti irrisolti tutti i nodi riguardanti gli Enti locali, Province e Città metropolitane in particolare».
Per uscire dal cortocircuito venutosi a creare, l’Upi, tramite la lettera a Mattarella, chiede a governo e Parlamento di individuare «un provvedimento straordinario attraverso cui risolvere tali questioni». In assenza, avverte Variati, «nessuna Provincia sarà in grado di predisporre i bilanci per il 2017 con la conseguente interruzione dell’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini».

«Nessun ritorno al passato»

La richiesta di più risorse non significa la volontà di un ritorno al passato, ha precisato Variati in conferenza stampa. «Non abbiamo brindato dopo la vittoria del “No” – ha aggiunto il presidente dell’Upi –. Non siamo le Province di ieri, elette dai cittadini e con i costi di allora. Dopo la riforma Delrio del 2014 abbiamo cambiato il volto alle Province, efficientato la spesa, ridotto il personale del 50% e fatto delle Province la “casa” dei Comuni. Con la vittoria del “No” le Province rimangono incardinate nella struttura costituzionale della Repubblica ma non vogliono tornare assolutamente a essere le vecchie province di un tempo: le cicale sono altrove, non più qui».

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