giovedì 7 luglio 2016
L'ultima rilevazione Invalsi, che ha coinvolto oltre 2 milioni di studenti (di II e V elementare, III media e II superiore), conferma l'ampio divario tra le due zone del Paese, sia per Italiano che per Matematica. (Paolo Ferrario)
Invalsi 2016, Nord e Sud sempre più distanti
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Sul fronte degli apprendimenti, l'Italia si conferma un Paese (profondamente) diviso in due. È questo il quadro, non nuovo, che emerge dai risultati delle prove Invalsi 2016, diffusi ieri dall'Istituto nazionale di valutazione. Complessivamente, le prove hanno coinvolto 2.232.000 allievi della scuola elementare (II e V), della media (III) e delle superiori (II), valutati sul livello di apprendimento di Italiano e Matematica.

Divario territoriale

Se a livello generale «gli allievi riescono a rispondere positivamente alle domande che riguardano i principali traguardi di apprendimento», si legge nel Rapporto Invalsi, «permangono considerevoli differenze all'interno del Paese». Soprattutto per la Matematica, osservano dall'Istituto, «si confermano risultati ancora non pienamente soddisfacenti e fortemente differenziati nel Paese». Anche per l'Italiano, mentre il Nord, con l'aggiunta di Marche e Umbria, ottiene risultati positivi, il Sud arranca e presenta «una forte polarizzazione delle scuole, tra quelle estremamente efficaci e quelle con risultati molto bassi».

Le anomalie

Anche quest'anno, l'Invalsi ha osservato la presenza di anomalie dei risultati, dovuti, in particolare, al fenomeno del cheating (copiatura), presente soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia e, in special modo, nella prova di terza media, che quest'anno aveva valore d'esame. «Ciò costituisce un vulnus - osserva la presidente dell'Invalsi, Anna Maria Ajello - rispetto all'operazione complessiva della valutazione standardizzata del Paese perché mina il rapporto di autenticità della relazione» con il Ministero.

Le possibili novità

Anche per eliminare questo rischio, ieri il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, ha annunciato l'intenzione di «eliminare la prova Invalsi dall'esame di terza media», mentre il ministro Stefania Giannini ha sottolineato l'intenzione di allargare le prove anche alla lingua straniera. «Le competenze linguistiche - ha aggiunto il ministro - sono un fattore fondamentale per costruire il “mini diploma supplement” dello studente. Quando in passato il Pisa ha bocciato l'Italia, lo ha fatto perché fino ad allora mancavano strumenti omogenei nazionali di valutazione. Più ne introduciamo, quindi, meglio è».

 

 

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