martedì 16 febbraio 2010
In un’intercettazione il parlamentare del Pdl risulta interessarsi alla nomina del Provveditore alle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche: «Ho spiegato che volevo evitare un danno erariale. Sono fatti marginali, ho dimostrato ai magistrati la mia totale estraneità alle accuse». Altri 4 inquisiti per ora restano in carcere perché il gip non ha ancora deciso.
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Denis Verdini, coordinatore del Pdl, è indagato per corruzione nell’inchiesta condotta dalla Procura di Firenze in merito agli appalti sulle opere emergenziali affidate alla gestione della Protezione civile. Lo ha reso noto lui stesso, ieri sera, dopo essere stato ascoltato nel pomeriggio dai pm titolari dell’inchiesta, aggiungendo di avere «dimostrato la più totale estraneità all’accusa». Intanto il gip di Firenze Rosario Lupo non ha ancora deciso sulla richiesta di scarcerazione presentata dai quattro arrestati: «Ho tempo fino a mercoledì». Nel provvedimento di mercoledì scorso, il gip accennava anche al «coinvolgimento, a vario titolo e in gran parte ancora da definire nei suoi contorni, di personaggi di grossa levatura istituzionale». Nomi che erano venuti alla luce ieri, anche se il procuratore capo di Firenze Giuseppe Quattrocchi non aveva voluto confermare: «Non intendo fare i nomi delle persone iscritte nel registro degli indagati». Nelle intercettazioni contenute in un’informativa del Ros del 15 ottobre scorso si fa riferimento ai parlamentari del Pdl Denis Verdini, Altero Matteoli, Mario Pepe e Guido Viceconte. Ascoltati mentre s’intrattengono al telefono con alcuni dei principali inquisiti dell’inchiesta.E ieri Verdini si è recato in Procura con il suo avvocato, «dopo avere saputo dai giornali che il mio telefono era stato intercettato indirettamente, per una serie di colloqui con gli indagati, uno dei quali, Riccardo Fusi (presidente del Cda dell’impresa di costruzioni “Baldassini Tognozzi Pontello” in contatto con Balducci e De Santis per l’assegnazione di lavori sul 150° dell’Unità d’Italia, ndr), è un mio carissimo amico da molti anni». Appreso di essere iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione, Verdini si è quindi rivolto al procuratore per essere ascoltato: «La vicenda che mi veniva contestata riguardava solo ed esclusivamente la segnalazione per la nomina di Fabio De Santis a Provveditore delle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche». Ai pm Giuseppina Mione e Giulio Monferini, titolari dell’inchiesta, «ho fornito serenamente e con la massima trasparenza le informazioni richieste, illustrando le motivazioni del mio intervento come unicamente riconducibili al tentativo  di risolvere il problema del danno erariale conseguente all’appalto per la realizzazione della scuola Marescialli e carabinieri a Firenze. Ho quindi dimostrato la mia più totale estraneità all’accusa». Tra gli altri nomi citati nelle intercettazioni, Matteoli, ministro delle infrastrutture, spunta quando Fusi chiede un incontro con lui per discutere sulla Scuola dei marescialli a Firenze. Si tratta di un’«annosa vicenda risalente al 1997, che non ha attinenza con l’inchiesta sulla Protezione civile», risponde il ministro che smentisce «un mio eventuale coinvolgimento in rapporti poco trasparenti tesi a favorire questa o quella impresa». Di Pepe e Viceconte i carabinieri scrivono che «sono interessati nel far aggiudicare lavori pubblici all’imprenditore Guido Ballari».Per ora restano in carcere Angelo Balducci, direttore del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del consiglio, i suoi due collaboratori Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola e l’imprenditore romano Diego Anemone. Sono accusati di corruzione. Stesso reato per il quale è indagato il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso. Intanto è in programma oggi a Perugia un vertice tra i magistrati, investiti dell’inchiesta dopo il coinvolgimento del magistrato Achille Toro indagato per rivelazione del segreto d’ufficio, e quelli romani per una verifica delle connessioni tra i fatti presi in esame nella capitale e quelli toscani. Sul tavolo del pm umbro Sergio Sottani sono già arrivati i fascicoli sul G8 della Maddalena, sugli appalti per i Mondiali di nuoto 2009 e sulle opere per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
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