sabato 26 aprile 2014
​Il viceministro Olivero: entro maggio saranno sbloccati i fondi Agea, paralizzati dalla burocrazia. E la Caritas anticipa 2,5 milioni.
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Un buco aveva inghiottito 10 milioni e rischiava di lasciare migliaia di persone alla fame in Italia. Erano spariti i fondi Agea per l’acquisto dei generi alimentari destinati ai poveri fino al­l’estate, mentre quelli europei, provenienti da un stanziamento quinquennale per la lotta alla povertà, saranno disponibili a ot­tobre. In Francia e Germania saranno ero­gati invece dal prossimo mese. Ma dopo l’al­larme delle Caritas rilanciato da Avvenire a metà mese e il grido di dolore del Banco A­limentare – documentato sempre sul no­stro quotidiano giovedì scorso – che a mag­gio in Calabria non potrà distribuire i vive­ri a mense per i poveri, comunità e centri di ascolto per esaurimento fondi, la situazio­ne si è sbloccata.Così ai primi di maggio arriverà infatti al Ministero delle po­litiche agricole uno stanziamento-ponte di dieci milioni per arrivare sino a settembre, quando appunto è attesa l’e­rogazione dei fondi europei che si preannuncia come un autentico tesoretto aggirantesi sugli 80 milioni annui. La si­tuazione si è sbloccata il 24 aprile a Roma durante una riu­nione decisiva tra i responsabili delle organizzazioni so­ciali e i funzionari del ministero.«Posso garantire – afferma il viceministro alle politiche a­gricole Andrea Olivero, che segue direttamente la que­stione – che ai primi di maggio i dieci milioni saranno stan­ziati. Abbiamo avuto garanzie precise dalla Ragioneria ge­nerale dello Stato e mi impegno in ogni caso a risolvere la situazione e a rimuovere qualsiasi altro ostacolo. Per il go­verno è prioritario che quei fondi siano messi a disposizione al più presto di chi ha bisogno». Sui tempi Olivero non ha esitazioni: «Saranno brevi, non credo più di un mese. Dobbiamo al­lestire dei bandi pubblici per erogarli e questo richiede at­ti formali, ma non oltre giugno».Diverse le ragioni che hanno portato all’emergenza fondi alimentari, che stava mettendo in ginocchio numerosi en­ti caritativi e milioni di disperati. Uno studio pubblicato qualche tempo fa dalla Coldiretti sui dati rilevati dall’Agea, l’agenzia governativa che gestisce le erogazioni agricole, segnalava infatti che nel 2013 quattro milioni di cittadini si sono rivolti alle mense della carità o hanno ricevuto pac­chi viveri per riuscire a sfamarsi. Mentre il blocco dei 10 mi­lioni di euro in Ragioneria va attribuito alla burocrazia ita­liana, la responsabilità del ritardo nell’arrivo dei fondi Ue stanziati per i prossimi cinque anni e in arrivo solo in au­tunno è da dividere tra burocrazia italiana, europea e al cambio di governo. L’ex presidente delle Acli spiega che questo pasticcio è, però, almeno parzialmente dovuto a cause strutturali. «Fino al 2013 i fondi per l’acquisto degli aiuti alimentari ai poveri erano stanziati dall’Unione europea ai ministeri a­gricoli. Dal 2014, con il nuovo piano quinquennale, i fondi saranno attribuiti ai ministeri del welfare. Occorre quin­di cambiare il sistema di progettazione e di rendiconta­zione e questo spiega almeno parzialmente il ritardo nel­la presentazione della documentazione a Bruxelles. Fran­cia e Germania ci hanno anticipato per la continuità am­ministrativa. Noi abbiamo cambiato governo e comunque prima dell’attribuzione delle deleghe al welfare, ad esem­pio, è passato del tempo». Sull’ammontare dei fondi europei e sulla destinazione non si sa ancora tutto.«Possiamo dire che ammontano a circa 80 milioni di euro annui – conferma Olivero, – ma la desti­nazione con il cambio del ministero che li gestirà è cambiata. Sono più flessibili che in passato, vanno intesi come aiuti ai poveri in senso più largo. Quindi coperta la parte del­l’acquisto di aiuti alimentari, una parte po­trebbe andare ai Comuni. A metà maggio fa­remo partire un tavolo interministeriale con i tecnici del welfare e le organizzazioni so­ciali. Li gestirà ancora l’Agea con l’intervento del ministero del Welfare. Intendo reperire altre risorse alimentari dalla lotta agli spre­chi in collaborazione con la grande distri­buzione. A settembre faremo partire un al­tro tavolo di lavoro per affrontare soprat­tutto la questione delle eccedenze fresche».  Intanto la Caritas italiana conferma che anticiperà co­munque alle Caritas diocesane 2,5 milioni per maggio e giugno, in attesa che vengano spacchettati i 10 milioni ri­trovati.
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