martedì 10 settembre 2019
Von der Leyen comunica i 27 nomi, oggi svelerà le deleghe In Italia sicuri: l’ex premier agli Affari economici ma non sarà vicepresidente Polemiche sull’ungherese Trócsányi
Pronta la squadra europea. Gentiloni verso l'Economia
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È ormai pronta la squadra di commissari europei che affiancherà la presidente eletta Ursula von der Leyen. Ieri la tedesca ha reso nota la lista definitiva dei nomi: 14 uomini e 13 donne, la parità è sfiorata ed è la Commissione più «femminile»di sempre (quella di Juncker conta otto donne). Dieci sono socialisti, otto popolari (tra cui la presidente), sei liberali, un verde lituano, uno del partito del premier ungherese Viktor Orbán (sospeso dal Ppe) e uno dei nazional-populisti al governo a Varsavia. Per i portafogli e la struttura del nuovo esecutivo si dovrà aspettare oggi a mezzogiorno, quando Von der Leyen incontrerà la stampa.

Fonti a lei vicine fanno sapere che la lista definitiva sarà pronta solo questa mattina, sorprese sono possibili. Roma è comunque praticamente certa che Gentiloni avrà gli Affari Economici e monetari, Von der Leyen avrebbe fornito ulteriori rassicurazioni. Le voci di un portafoglio del Mercato interno o Industria, o del Commercio sembrano insomma perdere peso. Più realistica quella che invece vede Gentiloni in «tandem» con il lettone Valdis Dombrovskis, che dovrebbe mantenere le competenze per l’euro.

Gentiloni in compenso non dovrebbe avere una carica di vicepresidente. I nordici restano ostili, ma pesa il via libera di Parigi e soprattutto Berlino. Gli altri nomi sono noti da tempo (tranne la Romania che ha sostituito due candidati «impresentabili » con Rovana Plub).

La Francia avrà la fedelissima di Macron, Sylvie Goulard, vice governatrice della Banque de France. Le ultime voci la vedono a un super-portafoglio Mercato Interno-Industria, nei giorni scorsi si era parlato di Concorrenza (quest’ultimo portafoglio potrebbe esser «depotenziato » per dare a Goulard le competenze sulle grandi fusioni industriali).

Al polacco Janus Wojciechowski è stata promessa l’Agricoltura, all’irlandese Phil Hogan il Commercio. Alla Grecia, con Margaritis Schinas al posto di Dimitris Avramopoulos, potrebbe restare la Migrazione, nonostante qualche resistenza di Atene. La migrazione interesserebbe anche all’austriaco Johannes Hahn, per il quale però si profila piuttosto il Bilancio, che nordici e tedeschi preferiscono in mani «germaniche ». La portoghese Elisa Ferreira punta agli Affari regionali.

Ci sono poi i due primi vicepresidenti, l’olandese Frans Timmermans e la danese Margrethe Vestager. Il primo dovrebbe avere occuparsi di Clima, una delle massime priorità di Von der Leyen, la seconda del Digitale. Gli altri nomi sono il belga Didier Reynders, ex vice premier e ministro delle Finanze e degli Esteri (avrebbe voluto gli Affari economici), la bulgara Mariya Gabriel, la croata Dubravka Suica, la cipriota Stella Kyriakides, la ceca Vera Jourová, già nell’attuale Commissione, che dovrebbe avere lo Stato di diritto (le polemiche non mancano: proprio i Paesi dell’Est sono al centro di procedure in merito).

Ci sono poi l’estone Kadri Simson, la finlandese Jutta Urpilainen (ex ministro delle Finanze e anche lei aspirante agli Affari economici), l’ungherese László Trócsányi, il lituano Virginijus Sinkievicius, il lussemburghese Nicolas Schmidt, la maltese Helena Dalli, lo slovacco Maros Sevcovic (già nell’attuale Commissione), lo sloveno Janez Lenarcic e la svedese Yiva Johansson.

Londra non ha indicato un nome in vista della Brexit del 31 ottobre, la Spagna ha già ottenuto, con Josep Borrell, il posto di Alto rappresentante Ue sinora di Federica Mogherini. Tra la seconda metà di settembre e inizio ottobre i vari commissari dovranno essere esaminati dal Parlamento Europeo, poi l’intera nuova Commissione dovrà essere approvata alla sessione che si apre il 21 ottobre a Strasburgo. Qualche problema si prospetta, a cominciare dall’ungherese Trócsányi, fedelissimo di Orbán.

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