martedì 13 marzo 2018
L'onlus Mozart14, sulle orme del maestro Abbado, ha portato la musica nel carcere di Bologna. Ed ecco che nascono "Le canzoni di Leporello"
E i minori in carcere diventano rapper: ecco le clip
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I minori reclusi nell’Istituto Minorile di Bologna diventano rapper e cantautori ed ora pubblicano i loro primi tre videoclip. Sono “Le canzoni di Leporello”, nate dallo straordinario lavoro dei ragazzi reclusi che partecipano al laboratorio di musicoterapia e song writing realizzato da Mozart14.

L’associazione Mozart14 è nata nel 2014 per continuare le iniziative musicali avviate in campo sociale ed educativo dal maestro Cladio Abbado ed è presieduta da sua figlia Alessandra. Futuro migliore che l’associazione Mozart14 propone attraverso la musicoterapia anche ai malati tramite il progetto Tamino rivolto ai degenti presso il Policlinico Sant’Orsol-Malpighi di Bologna e il progetto Cherubino, laboratori di canto corale per adolescenti, anche con disabilità fisiche e cognitive.

Dall’esperienza maturata con il Coro Papageno nella casa circondariale "Dozza" di Bologna, composto da 40 reclusi e recluse adulti e da esterni al carcere, nel 2015 ci si è avvicinati al mondo dell’adolescenza col progetto Leporello.

Ed ecco quindi oggi il risultato dei laboratori offerti ai giovani detenuti, fra i 14 e i 24 anni. Una canzone può aiutare a raccontare la
propria storia, sfogare la propria rabbia, esprimere i propri sentimenti e trovare un equilibrio rielaborando la propria condizione.

Oggi il frutto sono tre brani scritti dagli stessi ragazzi, con l’aiuto dei musicoterapisti, che sono diventati tre videoclip dove gli stessi giovani, provenienti da tutte le parti del mondo, cantano e si mettono in gioco, accompagnati da un reportage fotografico. Il tutto grazie alla preziosa collaborazione della Direzione del Centro per la Giustizia Minorile e dell’Istituto Penale Minorile.

I tre brani, su ritmi contemporanei, presentano testi di grande impatto, alcune voci mature, altre quasi da bambino da stringere il
cuore. La voglia di sentirsi uguali ai coetanei, nonostante la condizione di detenzione che li priva della vicinanza degli amici e dei propri cari, è tema di "Diamanti"
. «Non pensiate che siamo differenti/abbiamo il cuore più bianco dei diamanti» cantano su una base reggae, consapevoli di lottare ogni giorno per un riscatto possibile: «Chiusi dentro questa stanza senza libertà/quando esco di qua, cambio dignità».

Il ricordo della propria terra e della propria famiglia invece è protagonista del mambo "Horea": «Trema la mia voce se chiedo scusa/Vorrei tornare nella mia città». Fino alla presa di coscienza della propria esistenza e di ciò che davvero conta nel’hip hop di "Andiamo avanti": «Sono poche le cose davvero importanti/apprezzare la vita trattarla con i guanti/un pensiero va agli amici che ora sono distanti/Andiamo avanti, andiamo avanti». Musica e parole che seguono il ritmo della vita e aprono ponti con il mondo esterno, sperando in un futuro migliore.

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