sabato 1 settembre 2012
Il ministro dell'Istruzione: «Vorrei lasciare in eredità ai giovani una nuova fiducia nei concorsi di Stato. Quelli che faremo noi saranno puliti e porteranno i vincitori a una cattedra». Scettici i sindacati.
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Svuotare le graduatorie, poi spazio solo ai concorsi. Il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, in un'intervista a un quotidiano, illustra la "rivoluzione" in arrivo per il mondo della scuola. «Vorrei lasciare in eredità ai giovani una nuova fiducia nei concorsi di Stato - afferma -. Quelli che faremo noi saranno puliti e porteranno i vincitori a una cattedra». Questi i numeri: «Ventunomila nuovi docenti entrano in classe fra tredici giorni, presi dalle graduatorie storiche - spiega Profumo -. Altri ventiquattromila saranno insediati a settembre 2013, metà dalle graduatorie, metà dal nuovo concorso che stiamo organizzando. Altri diecimila insegnanti in primavera: metà assunti dalle graduatorie, metà con un bando». Poi «mai più» alle graduatorie: «Da adesso in avanti avremo vincitori pari ai posti disponibili. Chi non riuscirà a passare, ci riproverà in primavera e poi ogni due anni avrà un'occasione. Non formeremo più nuove graduatorie, cercheremo solo di svuotare quella esistente che tante frustrazioni ha creato».
Un annuncio, quello del ministro dell'Istruzione, che non convince i sindacati della scuola. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, l'obiettivo dei concorsi è «cancellare le graduatorie e gettare nella disperazione i precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole». Francesco Scrima, segretario generale della Cisl, invita ad affrontare l'argomento «con i piedi di piombo; la conflittualità in atto tra docenti abilitati e laureati non abilitati che rivendicano il concorso di settembre ne è un esempio lampante». Massimo Di Menna della Uil sottolinea invece la necessità di «trovare un sistema di reclutamento che faccia modo che i giovani laureati possano accedere direttamente all'insegnamento dopo il concorso».
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