domenica 14 luglio 2019
Raggiunta la cifra di 300mila euro. La docente potrà partire per curarsi a New York
Campagna di solidarietà. Luisa Stracqualursi, docente di Statistica all’Università di Bologna, con i suoi studenti

Campagna di solidarietà. Luisa Stracqualursi, docente di Statistica all’Università di Bologna, con i suoi studenti

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Luisa vive… se l’aiutiamo” è lo slogan della campagna di raccolta fondi che, da qualche mese, accompagna il percorso di Luisa Stracqualursi, professoressa dell’Università di Bologna, verso la possibilità di curare oltreoceano l’aggressiva forma tumorale che l’ha colpita. Ma la speranza, ora, le è stata data da più di 5.000 donatori, che hanno raccolto per lei circa 300.000 euro, la cifra base per poter pensare al viaggio in America, dove potrà tentare la cura Car-T.

Questa terapia utilizza le cellule immunitarie del paziente e sta dando ottimi risultati nella cura, ancora sperimentale, di tumori “solidi”, come quello di Luisa. Tutto è nato circa un anno fa quando, a seguito della diagnosi, Luisa pensò di condividere con i suoi studenti di Statistica il motivo delle sue assenze in aula. Subito dai ragazzi partì una gara di solidarietà che ha finito per coinvolgere tutta la Romagna ed oltre, in un susseguirsi di iniziative dedicate.

Ora Luisa è pronta per la partenza verso il Memorial Sloan Kettering di New York, i cui oncologi l’hanno già presa in carico, sempre in collaborazione con i colleghi dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. «Aspetto solo la chiamata, purtroppo il tumore si sta aggravando» dice Luisa, che è ottimista nei confronti di questa nuova sfida che l’attende: «La speranza me la dà la mia grande fede». Una fede che la professoressa Stracqualursi non ha mai perso in questi lunghi mesi di sofferenza, «mesi in cui ho conosciuto la solidarietà, quella vera».

La chiave del successo della campagna, secondo Luisa, è da ricercarsi «nel fatto che ho cercato di parlare al cuore delle persone, che non sono tutte così egoiste come, spesso, ci descrivono i media: la verità è che in ognuno di noi c’è un frammento divino, che ci permette di essere fraternamente vicini ed aiutarci a vicenda. Ecco perché non mi faccio mai trasportare dalla negatività». La raccolta fondi rimane aperta sul sito www.luisavive.it: «Negli Stati Uniti dovrò sottopormi ad un ulteriore intervento non preventivato e ad altre terapie, che comporteranno costi aggiuntivi» spiega la professoressa.

Comunque vada, Luisa si sente positiva e piena di speranza: «Sono molto grata a chi mi ha sostenuta ed aiutata, ho sperimentato l’amore delle persone e quello di Dio. Sono fortunata, perché ho una grande fede che mi sostiene: Lui mi ha mostrato la strada, la via dell’amore, e io so che ogni istante della vita è degno di essere vissuto». Luisa continuerà a tenere aggiornati i sostenitori, sull’onda di quella solidarietà che le farà attraversare l’Oceano.

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