sabato 21 maggio 2016
Notti e giorni di protesta per i procidani, decisi a difendere questa struttura, piccola ma preziosa, dalla minaccia di un ridimensionamento che pare una cancellazione
Procida si mobilita per salvare il suo ospedale
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Notti e giorni di protesta per i procidani, decisi a difendere l'ospedale dell'isola, piccolo ma prezioso, dalla minaccia di un ridimensionamento che pare una cancellazione, più che della struttura del diritto alla salute. Venerdì la mobilitazione cominciata nella serata con il corteo verso l'ospedale dell'isola e proseguita nella notte illuminata dalle fiaccole, fino allo spuntare del sole quando la folla si è diretta al porto di Marina Grande mentre cominciavano ad attraccare i primi traghetti. A bordo sono saliti i rappresentanti del Comitato Civico per spiegare le ragioni della protesta e del ritardo ai passeggeri e all'equipaggio. Pacificamente, compostamente la folla, pur rallentando le operazioni di ormeggio, non ha bloccato il porto, anche se non si esclude possa essere decisa in seguito questa forma do protesta radicale. Il nuovo piano regionale per l'organizzazione sanitaria, in particolare delle strutture ospedaliere, prevede in linea di massima, il ridimensionamento se non la soppressione dei piccoli centri di cura. Il Gaetanina Scotto a Procida ha finora assicurato servizi 24 ore con nove posti letto e medici preparati. La modifica prevista dal piano regionale declassa il presidio procidano a 'osservatorio': tre posti letto e una operatività talmente minima che i pazienti dovranno essere necessariamente trasferiti sulla terraferma con conseguente perdita di tempo prezioso e forse di vite. In questi giorni di preoccupazione ai procidani stanno giungendo messaggi di vicinanza e solidarietà, a cominciare dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, che auspica – scrive – «una urgente e più ponderata considerazione nell'applicazione anche a Procida tutte le deroghe previste dalla legge e comunque una più adeguata considerazione delle pecularietà della piccola isola del Golfo di Napoli. Durante l'anno infatti, soprattutto a motivo delle condizioni meteo avverse, Procida si trova in una condizione di isolamento». Solidarietà anche dal direttore di "Avvenire", Marco Tarquinio, e Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida, isola dirimpettaia di Procida: «Mi rifiuto di credere che le regole di bilancio possano sacrificare l'avvenire di una comunità e i tagli alla scuola e quelli alla sanità sono sicuramente i più odiosi, perché ipotecano il futuro». Toccante la testimonianza giunta dalla Turchia di Mariagrazia Zambon che, turista a Procida, ha visto salvare la vita al nipotino di 5 anni grazie al professionale intervento dei sanitari all'ospedale dell'isola.

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