mercoledì 6 ottobre 2021
Sia le difese sia l’accusa per l’azzeramento. Presenti in aula il cardinale Becciu e monsignor Carlino
Angelo Becciu

Angelo Becciu - Ansa

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Passaggio cruciale, questa mattina, per il processo d’Oltretevere sulla compravendita del Palazzo di Sloane Avenue di Londra. Alle 9.30 il presidente del Tribunale dello Stato della Città, Giuseppe Pignatone, ha convocato le parti per leggere l’ordinanza per stabilire la nullità o meno del decreto di citazione a giudizio, e quindi l’azzeramento del processo che vede coinvolti dieci imputati, tra cui il cardinale Angelo Becciu. La convocazione è arrivata al termine della seconda udienza che si è tenuta ieri con la durata di un paio d’ore, alla presenza di due imputati: il porporato e il suo ex segretario, monsignor Mauro Carlino.

Nel corso della seduta gli avvocati difensori hanno all’unisono richiesto la «nullità» del decreto di citazione (l’equivalente del rinvio a giudizio) principalmente per due motivi: omesso deposito degli atti e mancato interrogatorio di garanzia degli imputati. In particolare gli avvocati hanno lamentato il fatto che la pubblica accusa, non ottemperando anche ad un preciso ordine del Tribunale, ha mancato di depositare asserendo motivi di privacy - le registrazioni video e audio delle deposizioni di monsignor Alberto Perlasca, responsabile dell’ufficio amministrativo della Segreteria di Stato fino al 2019, che costituiscono a quanto pare una prova cruciale del processo, almeno per quanto riguarda la posizione del cardinale Becciu.

Di queste deposizioni le difese hanno potuto vedere solo una sintesi incompleta. Nel corso dell’udienza lo stesso promotore aggiunto Alessandro Diddi (assente il pm titolare Gian Piero Milano), con una mossa anche a suo dire «sorprendente », ha chiesto la restituzione degli atti processuali per far ripartire da zero il processo e garantendo che «non si vogliono calpestare i diritti della difesa». Gli avvocati hanno denunziato come «irricevibile» e «inammissibile » la mossa dell’accusa, ribadendo la richiesta che sia il Tribunale a stabilire la nullità del decreto di citazione e insistendo nella necessità di depositare gli atti e in particolare la video registrazione di Perlasca e paventando altrimenti il rischio di una 'stasi processuale'.

Diddi da parte sua ha anche affermato che il costo di duplicazione dei dvd da depositare ammonterebbe a 371mila euro. Al che Pignatone ha ribadito che il problema dei costi non riguarda i pm e che la difesa deve avere a disposizione tutti gli atti. Al processo si è presentato anche il professor Giovanni Maria Flick come avvocato di parte civile dell’Apsa, mentre Paola Severino continua ad esserlo della Segreteria di Stato (SdS). Gli avvocati hanno contestato anche questa duplicazione delle parti civili, visto che l’Apsa ha ereditato tutte le competenze della SdS.

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