mercoledì 20 gennaio 2010
Il discusso provvedimento è passato con 163 voti a favore, 130 contro e con 2 astenuti. Il testo passerà ora al vaglio della Camera. Hanno votato a favore Pdl e Lega, contrari il Pd, l'Idv, l'Udc, il gruppo Misto. Bagarre in Aula: i senatori dell'Idv hanno innalzato cartelli di protesta e provocatori contro il premier, sfiorata la rissa.
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La legge sul cosiddetto «processo breve» ha ricevuto il via libera dall'aula del Senato. Il provvedimento è passato con 163 voti a favore, 130 contro e con 2 astenuti. Il testo passerà ora al vaglio della Camera. Hanno votato a favore Pdl e Lega, contrari il Pd, l'Idv, l'Udc, il gruppo Misto. In dissenso dal proprio gruppo i senatori Maritati del Pd e Musso del Pdl hanno annunciato la loro non partecipazione al voto. Prima e dopo il voto si è registrata qualche intemperanza tra i banchi dei senatori. Dopo le dichiarazioni di voto, il gruppo dell’Idv si è alzato e ha esposto alcuni cartelli contro la norma, con i quali invitavano il presidente del Consiglio a «farsi processare». Immediata la reazione dei commessi, che però hanno avuto le loro difficoltà a togliere i cartelli dalle mani dei senatori, soprattutto da quelle di Stefano Pedica, particolarmente abile nel tenere lontano il foglio con il quale annunciava la «morte della giustizia». A un certo punto, vista la bagarre, è intervenuto in prima persona anche il senatore del Pdl Domenico Gramazio, il quale ha letteralmente lanciato il fascicolo degli emendamenti alla volta del gruppo Idv, colpendo il collega Alfonso Mascitelli. Stessa scena, ma senza lancio di oggetti, anche dopo il voto favorevole del Senato alla norma.Il premier ancora contro i giudici. Il processo breve non è incostituzionale, di conseguenza non ci dovrebbero essere problemi per la sua promulgazione da parte del capo dello Stato, una volta che sarà stato approvato in via definitiva anche dalla Camera. Ne è convinto il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che parlando con i giornalisti a margine di un pranzo con il card. Ruini, a poche ore dal via libera dato dal Senato alle norme sulla lunghezza dei procedimenti penali, ha anche definito le vicende giudiziarie che lo riguardano come dei veri e propri «plotoni di esecuzione».  «Sono tutti intellettualmente disonesti, non sono problemi di Berlusconi ma aggressioni al presidente del Consiglio - ha detto il Cavaliere riferendosi alle critiche dell'opposizione, secondo cui le nuove norme sono state studiate e fatte approvare velocemente proprio per consentire al premier di avvalersene nei processi che lo riguardano -. Questa è una cosa sicura e certa». E quelle delle minoranze sono «vere e proprie calunnie». «Il processo breve - ha poi sottolineato il premier - è un processo lungo, prevede tempi ancora troppo lunghi» In ogni caso, ha puntualizzato spiegando di non ritenere il provvedimento anticostituzionale, «è l'Europa che ce lo chiede. E c'è la Costituzione che ci dice che i processi debbono avere tempi certi e ragionevoli».  Ma il Berlusconi imputato cosa farà? - gli hanno poi chiesto i cronisti. Parteciperà ai processi che lo riguardano? «I miei avvocati insistono a dire che mi troverei di fronte a dei plotoni di esecuzione. - ha replicato il premier -. Non so se andrò, stiamo discutendo».
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