venerdì 20 maggio 2016
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ROMA. Si è parlato anche delle cause di nullità matrimoniale, nella 69.ma Assemblea generale della Cei. Soprattutto alla luce delle nuove norme introdotte dal Motu proprio di Francesco, Mitis Iudex Dominus Iesus. E il cardinale Angelo Bagnasco ha sottolineato: «Stiamo lavorando per poter garantire la maggiore gratuità possibile, secondo le necessità della situazione». Il presidente della Cei, rispondendo alle domande dei giornalisti, si è soffermato soprattutto sul «processo brevior», che è la principale novità della riforma. In pratica, ha ricordato il porporato, c’è la possibilità «per alcune situazioni in cui non sembra necessario il processo amministrativo ordinario, di presentare la causa direttamente al vescovo dopo la debita istruttoria, ma con tempi molto più ragionevoli». La Cei comunque farà di tutto per assicurare il proprio sostegno, anche economico, per dare attuazione alla riforma e arrivare anche alla «piena gratuità». Il cardinale ha ricordato a tal proposito che anche in passato si cercava di venire incontro il più possibile alle esigenze dei meno abbienti. La partecipazione alle spese, infatti, (525 euro) poteva essere condonata in tutto o in parte a seconda del reddito delle parti. E c’era anche il gratuito patrocinio. Per il futuro si sta cercando di determinare il contributo a carico della Cei. «Ci manca qualche elemento per la determinazione di tale contributo – ha precisato il porporato – lo avremo nei prossimi mesi, entro la fine dell’anno», quando si saprà con esattezza il «costo effettivo delle singole cause» e «il numero dei nuovi tribunali. In base alla riforma, infatti, ha ricordato Bagnasco, «ogni diocesi può fare un suo tribunale, senza riferirsi a quello interdiocesano o regionale».
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