sabato 10 giugno 2017
Sono 14 quelli messi in piedi dalla Caritas diocesana, Cosenza ne ha 9, Salerno 8, Milano 4 e via via le altre. L'arcivescovo Accrocca: «Integrare con criterio I migranti nei piccoli centri»
Benevento e i migranti: prima provincia per numero di Sprar / Video
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Primato di cui vanno fieri. «L'azione svolta dalla Caritas diocesana ha sicuramente aiutato i sindaci a scoprire opprtunità nuove», dice subito monsignor Felice Accrocca, arcivescovo di Benevento. «Miriamo a creare "comunità welcome" - aggiunge il direttore della Caritas, don Nicola De Blasio -, chiedendo ai sindaci dei piccoli comuni di assumersi la responsabilità della governance del flusso migratorio». E la cosa funziona assai bene: la provincia beneventana ha quattordici Sprar ("Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati") ed è la prima in Italia, seguita da quella di Cosenza con nove, quella di Salerno con otto, Milano con quattro e via via le altre trentatré.

Sprar realizzati in paesini con duecento, cinquecento, mille abitanti. Ripopolandoli. Ringiovanendoli. Monsignor Accrocca è chiaro: «Ci troviamo con poche centinaia di persone in molte realtà. Alla fine i paesi muoiono». I giovani rifugiati, per don De Blasio, «possono essere un volano per ripopolare i piccoli comuni» e grazie a loro «si aprono possibilità anche per i residenti di ottenere uno sviluppo che noi chiamiamo "sostenibile"».

E se «la situazione legata all'immigrazione presenta diversi problemi - continua l'arcivescovo -, è anche vero che può presentare grosse opportunità. Naturalmente senza strumentalizzare e sfruttare persone che cercano di sopravvivere». Quanto sta accadendo è semplice: «Ciascuno può donare all'altro ciò di cui ha bisogno e quest'ultimo, al tempo stesso, può restituire ciò che l'altro non ha».



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