lunedì 1 giugno 2015
Il suicidio di don Carlo Certosino – rinvenuto  ha choccato la diocesi di Livorno. «Siamo stupiti e storditi», ha detto il vescovo Simone Giusti. Il sacerdote aveva accolto male un trasferimento.
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Quando muore un sacerdote è sempre un momento molto triste, non solo per la famiglia, per gli amici, ma anche per una comunità parrocchiale e per un’intera diocesi. Se poi la sua morte avviene tragicamente, come è accaduto per don Carlo Certosino a Livorno, la tristezza è ancora più grande. Don Carlo si è tolto la vita. È stato trovato da una parrocchiana che lo attendeva per la Messa del mattino di lunedì. Il suo corpo era nella soffitta dei locali parrocchiali, vicino a lui una serie di biglietti per spiegare il suo gesto. E quando qualcuno si suicida è difficilissimo da spiegare, a maggior ragione se a farlo è un ministro di Dio. Ma i sacerdoti sono uomini, non supereroi. La storia di don Carlo, originario di Livorno, 54 anni, era arrivata sui giornali qualche tempo fa quando, a seguito della decisione per un normale avvicendamento alla guida di una parrocchia, il sacerdote era stato destinato a un’altra comunità chiedendogli di lasciare quella di cui era stato pastore per 15 anni. Il vescovo di Livorno monsignor Simone Giusti lo aveva convocato un anno fa e con lui aveva concordato il trasferimento, convenendo con don Certosino che un anno di tempo sarebbe stato utile per rendere il passaggio più agevole, sia per il prete che per la comunità. Ma allo scadere di questo periodo don Carlo si era opposto alla decisione del vescovo, chiedendo aiuto ai parrocchiani perché riuscissero a evitare il suo trasferimento. Ne era risultato un attrito tra i fedeli e il vicario generale don Ivano Costa, intervenuto a una celebrazione per comunicare lo spostamento. Ma alla fine il trasferimento convenuto era stato comunque confermato: don Carlo avrebbe dovuto lasciare la parrocchia di San Simone entro il prossimo 30 giugno. La notizia della sua tragica morte ha colpito profondamente il vescovo e il clero diocesano: «Siamo stupiti e storditi, e insieme piangiamo la perdita di don Carlo – ha scritto monsignor Giusti in un comunicato diffuso in mattinata –. Ora egli è nelle mani di Dio e quindi è in buone mani. Sono mani che conoscono la croce e la disperazione. A queste mani affidiamo il nostro fratello sacerdote. Preghiamo per lui, per i suoi familiari, per la Chiesa tutta di Livorno».

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