giovedì 9 novembre 2017
Le frasi su Facebook di don Lorenzo Guidotti a commento di un articolo online: «Tesoro mi dispiace ma se ti ubriachi e ti allontani con un magrebino...». Poi arrivano le scuse del parroco
Ragazza violentata, bufera sulle parole del prete. Zuppi: ingiustificabili
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Se frequenti una piazza malfamata, ti ubriachi e poi te ne vai in giro con un maghrebino, non puoi pretendere pietà se dopo vieni stuprata: è questo il tenore del messaggio su Facebook con un cui un prete di Bologna ha commentato la notizia di lunedì scorso di una ragazza minorenne che ha denunciato di essere stata violentata in un vagone alla stazione. Parole definite ingiustificabili dal vescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, che ha rilasciato una prima dichiarazione a caldo ad Avvenire. Parole che lo stesso autore, don Lorenzo Guidotti, ha ammesso essere sbagliate e per le quali ha chiesto scusa alla ragazza e ai suoi genitori.

Il commento è stato pubblicato lo scorso 6 novembre su Facebook da don Lorenzo Guidotti, parroco di San Domenico Savio, nel quartiere San Donato a Bologna. Il suo non è un profilo pubblico, di conseguenza il post non è visibile da tutti: fatto sta che il sito di Radio Città del Capo ha riportato pubblicando alcuni screenshot le parole di don Guidotti che in breve tempo sono diventate di dominio pubblico e hanno scatenato numerose polemiche sui social network e in Rete, arrivando a occupare anche i titoli di apertura di molti siti di quotidiani nazionali.

A distanza di alcune ore dalle polemiche scoppiate in rete, don Lorenzo Guidotti è tornato a scrivere su Facebook, nel tentativo (non riuscito) di stemperare i toni: "Il mio non è un attacco alla ragazza, ci mancherebbe, ma un tentativo di far PENSARE gli altri ragazzi e i loro genitori... e, magari, anche chi amministra la cosa pubblica. Chissà forse proprio grazie alle PAROLE FORTI e a QUESTO ARTICOLO, il messaggio arriva a chi altrimenti non avrei mai raggiunto. Vogliamo aspettare la seconda vittima, la terza, la quarta, ecc? IO NO!".

Sempre nello stesso post pensato per correggere il tiro: "E così ho avuto anche io il mio quarto d'ora di notorietà - ha proseguito il parroco di Bologna, scrivendo ancora su Facebook -. Sapevo benissimo di usare parole forti... e ho cambiato il titolo più volte per attenuare i toni e immaginarmi di fare il commento all'articolo (io non scrivo su Fb quasi mai, mi limito a commentare gli articoli in rete cercando di ristabilire quella VERITÀ di cui generalmente si fa scempio) avendo davanti questa ragazza o immaginando che fosse della mia parrocchia (potrebbe esserlo). Di giovani come lei ne abbiamo tanti, soprattutto in questo quartiere. Non se ne può più di chi favorisce la (sub) CULTURA DELLO SBALLO, dell'alcool, della droga".

Il vescovo Zuppi: le parole del prete sono ingiustificabili

In attesa del comunicato ufficiale dell'arcidiocesi di Bologna, l'arcivescovo Zuppi ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni a caldo, ad Avvenire: "Sono davvero amareggiato", ha commentato. Quello che si legge sul post su Facebook di don Lorenzo Guidotti "è molto grave, non ci sono altre parole per definirlo. Nessuno dovrebbe permettersi di fare affermazioni del genere, a prescindere da quali siano le intenzioni alla base. In questo caso, comunque, evidentemente ingiustificabili".

Le scuse di don Guidotti

"È ovvio che provo pietà per quella ragazza e che le mie parole e affermazioni sono state sbagliate e imprudenti", ha voluto ribadire don Lorenzo Guidotti raggiunto al telefono da Avvenire.

Poi ha anche detto, come riporta un comunicato diffusa della Curia di Bologna: "Io col mio intervento ho sbagliato, i termini, i modi, le correzioni. Non posso perciò che chiedere scusa a lei e ai suoi genitori se le mie parole imprudenti possono aver aggiunto dolore, come invece accadrà leggendole". Il parroco, don Lorenzo Guidotti, quindi, come spiega la curia bolognese che ne ha diffuso una dichiarazione "riconosce di essersi espresso in maniera inappropriata e intende chiarire il suo pensiero".

"Chiedo però a tutti, capaci magari di miglior linguaggio e possibilità (autorità, giornalisti, insegnanti, genitori) di aiutare a smantellare questa cultura dello sballo in cui i nostri ragazzi vivono. Altrimenti domani dovremo provare pietà per un'altra vittima e poi un'altra. Fino a quando? Fino a quando saremo in grado di dire 'Basta!'. È necessario fornire un'alternativa", continua il parroco, specificando di fare dichiarazioni "in piena libertà".

"Non provo pietà? Certo che provo pietà per questa ragazza - assicura - come per tutte le altre vittime di violenza a cui assistiamo ogni giorno sfogliando i giornali. Non posso che dolermi con me stesso per i termini usati nel commentare e per le affermazioni che riesco a capire possano essere intese come un atto di accusa alla vittima. Io stesso leggendo oggi quel post ravviso questo".

"Ovviamente - aggiunge - non era questo l'obiettivo del mio attacco, il mio obiettivo non era accusare la ragazza ma la cultura dello sballo. Che vi siano in particolare zone in cui tutto pare permesso. Ci sono riuscito? No! Certo che provo pietà per questa ragazza. Già all'origine ho più volte corretto il lungo post perché non volevo sembrasse quello che invece appare. Nel farlo pensavo: 'questa ragazzina potrebbe essere una delle mie ragazze della Parrocchia, non sai chi sià. Pensavo al suo dramma e a quello della sua famiglia!".





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