sabato 25 agosto 2012
Non convince il programma di fine legislatura dell’esecutivo. E stavolta le perplessità arrivano anche dalle forze di maggioranza. Dubbi sulle risorse disponibili e la realizzabilità del piano in pochi mesi. Annunciano proteste le categorie toccate dai prossimi provvedimenti. Apertura di credito dalle imprese, in vista dell’incontro fissato con l’esecutivo per il 5 settembre. Ma le organizzazioni dei lavoratori: al confronto vogliamo partecipare anche noi.
Monti: quattro mesi per completare il lavoro
COMMENTA E CONDIVIDI
Cambiano le sfumature, ma la sostanza è una: i par­titi non sono convinti dell’agenda di Monti (sulla cre­scita) per arrivare a fine legislatura. O meglio, sulla concreta possibilità che la «lista delle intenzioni» sia davve­ro incisiva e si traduca in leggi e provvedimenti. Il Pd e l’Udc, con Pier Luigi Bersani e Lorenzo Cesa, usano toni soft («Ora serve passare ai fatti, la fiducia si conquista con la concre­tezza », dice il segretario democrat), in casa-Pdl il tasso d’in­soddisfazione è invece già a livelli altissimi, vicini a quelli dell’opposizione leghista e dipietrista. Lo dimostra il capo­gruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, dichiarando che il governo Monti «parla di crescita solo nei giorni festivi, men­tre nei giorni feriali si dedica a marginali operazioni di re­styling», e lo dimostra anche il suo omologo al Senato, Mau­rizio Gasparri, mettendo all’indice i ministri che avevano profilato diminuzioni del carico fiscale su famiglie e impre­se.Qualcuno parla di «libro dei sogni», altri sottolineano co­me il nuovo «tutore del rigore», il ministro del Tesoro Vitto­rio Grilli, sia trattato con meno durezza rispetto al suo pre­decessore Giulio Tremonti. Ma il fronte degli scettici è più ampio. I sindacati scaldano i motori in vista di un settembre in pressing. Il leader Cisl, Raffaele Bonanni, avverte: «Si, ci sono anche cose buone, ma senza un patto sociale non servi­ranno a nulla». La sua richiesta è ormai messa nero su bianco da diversi giorni: insieme agli imprenditori (gli unici, ie­ri, a mostrare aperture di credito verso l’agenda dell’esecutivo), il 5 settembre il governo dovrebbe incontrare anche le organizzazioni dei lavoratori. Propo­sta cui ora si associa anche il segretario Ugl, Giovanni Centrella. Mentre sul te­ma non si esprime Susanna Camusso. Insomma, il governo Monti sembra accerchiato, e la sensazione aumen­ta se si pensa alle proteste degli in­segnanti precari contro il nuovo con­corsone, o alle nuove perplessità di Regioni, medici, produttori di bibi­te sul "decretone Sanità", prossimo a sbarcare in Cdm. E altri polveroni sono pronti ad alzarsi nel momento in cui si entrerà nei dettagli della se­conda revisione di spesa. Palazzo Chigi sembra archiviare il fronte dei distinguo po­litici alla voce "campagna elettorale", ma non si nega che entro le prossime due settimane ci debba essere un nuovo giro di colloqui diretti con i leader di partito. Anche perché ciascuno di loro si fa portavoce di diverse priorità e deve me­diare con le correnti interne. Bersani, interpretando il pres­sing dell’ala sinistra incarnata da Fassina, chiede tavoli sul­la crisi, attenzione alle piccole imprese, calo delle tariffe, i­nasprimenti sull’evasione fiscale, rivisitazione con gli enti locali della spending review. Casini spinge su poche misu­re- simbolo per dare ossigeno alle famiglie. Il Pdl vorrebbe vedere qualcosa in più su credito bancario e Fisco.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: