mercoledì 30 dicembre 2020
Nell'appuntamento di fine anno il premier si è detto pronto ad andare in Parlamento per la verifica, ma dice no a ultimatum. E confida in 10-15 milioni di immunizzazioni non prima di aprile
Giuseppe Conte alla conferenza stampa di fine anno

Giuseppe Conte alla conferenza stampa di fine anno - Ansa

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Sul vaccino "non ci sarà vincolo di obbligatorietà”. Anche se l'appello a tutti è di vaccinarsi come atto di solidarietà In più si sta pensando di dare più possibilità di muoversi a chi si è vaccinato. Mentre sul fonte della verifica di governo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ribadito di essere pronto ad andare in Parlamento “se verrà meno la fiducia di un partito”, anche se dice di non voler pensare “a uno scenario del genere”. Conte, comunque, avverte la sua maggioranza: senza coaesion non si può governare, ma solo "vivacchiare".

Nel corso della tradizionale conferenza di fine anno a Villa Madama il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha risposto a domande soprattutto sulla verifica nel corso e sul piano di vaccinazione. “Non dobbiamo disperdere l’occasione storica del Recovery Plan e il patrimonio di credibilità che spetta alla politica” e che è stato acquisito nella risposta alla pandemia. Per Conte occorre accelerare la cosiddetta verifica di maggioranza, così da affrontare "nei primi giorni di gennaio" il Recovery Plan, da consegnare poi alle "forze sociali e al Parlamento" per definirlo in via definitiva "a febbraio".Parlamento che è chiamato a decidere anche sul Mes, sottolinea Conte. Dopo aver ribadito di avere come prospettiva la legislatura e di non essere lui, come premier, a lanciare sfide ha detto, sempre in riferimento al confronto con Iv, che c’è “un'altra cosa non mi appartiene oltre agli ultimatum. Noi stiamo lavorando al futuro del Paese, stiamo lavorando per il Recovery Plan, abbiamo fatto una manovra espansiva di 40 miliardi, lavoriamo al Bilancio europeo, sono qui per programmare il futuro. Non potrei distogliermi da questi impegni per impegnarmi in una campagna elettorale". Conte esclude anche di cercare un'altra maggioranza e di voler fare una sua lista. Sull’inammissibilità degli ultimatum in politica Conte ha citato un discorso di Aldo Moro. Poi su un termine politico tornato di attualità, il rimpasto, ha detto che se il problema sarà posto verrà affrrontato, ma che non è questo il problema.

C’è, infatti, la pandemia, che non passa certo in secondo piano per le dinamiche della maggioranza. Su questo punto Conte, dopo aver escluso l’introduzione di un obbligo di vaccinarsi, tema su cui nei giorni scorsi ci sono state diverse opinioni anche nel governo, ha risposto sul piano di somministrazione. “Quando inizieremo ad avere un impatto significativo potremo dire di aver concluso la fase uno” E ciò avverrà “quando saranno vaccinate 10-15 milioni di persone, non credo prima di aprile". Lui stesso si è detto pronto a farsi iniettare il siero per dare il buon esempio, ma – ha aggiunto con un velato riferimento alle polemiche dei giorni scorsi – “è giusto rispettare le priorita approvate dalle Camere". E ha bollato come inaccettabili gli insulti social all’infermiera che per prima si è vaccinata. Sulla polemica sorta dopo l’opzione di acquisto di 30 milioni di dosi extra da parte della Germania , Conte ha precisato che l’'Italia “non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni”. E poi, perché, ricorda il giurista-premier “all'articolo 7 del contratto della commissione europea c'è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale". Sulle ricadute sociali della pandemia, infine, Conte si è detto preoccupato degli scenari per l’occupazione a partire da marzo, quando cesserà il blocco dei licenziamenti. “Abbiamo costruito una cintura di protezione sociale che più o meno sta funzionando, ha scongiurato il licenziamento per 600mila persone. Ma dobbiamo lavorare alla riforma e riordino degli ammortizzatori sociali e rendere più incisive le politiche attive del lavoro”..

Altri temi toccati sono stati le carceri, la delega sui servizi e l’informazione, su sollecitazione in apertura del presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna. Sul primo fronte, ha rassicurato il premier, la situazione epidemiologica è sotto controllo. A chi gli chiede che deve abbandonare la delega sui servizi Conte replica che "deve lui spiegare perché: è una prerogativa del premier”. Infine, sui temi dell’informazione Conte ha ribadito la “massima attenzione“ dell’esecutivo sulle querele bavaglio, le minacce ai cronisti e situazioni come quella della Gazzetta del Mezzogiorno. Sul precariato e l’equo compenso, temi legati anche alla crisi dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, Conte ha auspicato che “si allarghi la base della platea contributiva ai comunicatori e si riesca a costruire un equilibrio finanziario ed economico che consenta all'Inpgi di camminare con le gambe proprie”.

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