martedì 22 dicembre 2015
​Un paese, 130 rappresentazioni piccole e grandi, un percorso di fede. (Antonio M. Mira)
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Nella grotta il bambinello è adagiato in un elmetto militare. Al suo fianco due soldati con divise diverse. Uno gli sta porgendo una scarpetta di lana. Fuori, appoggiati alla roccia, due fucili. Questa notte non sparano. Almeno questa notte. Attorno un paesaggio innevato. Paesaggio di guerra, filo spinato, trincee e tante armi. Ma due soldati, anche loro con divise di colori diversi, si scambiano tabacco e pane. È la Notte di Natale sul fronte italo-austriaco della Prima guerra mondiale. Lo racconta il grande presepe ospitato nel castello di San Michele del XII secolo, appena restaurato, nel comune di Ossana, piccolo paese trentino della Val di Sole.

Il piccolo cartello sulla porta della sala riporta i sentimenti dei soldati in quella Notte. "...e se una lacrima scenderà sul tuo viso, non nsconderla, porta con sè la pace". All'interno due grandi cartelli raccontano le due storie sintetizzate nel presepe, "Natale al fronte" e "In quella notte nessuno sparò". Quella nel castello, splendido punto panoramico su monti e vallate, è l'ultima tappa di un singolare percorso tra più di 130 presepi, ospitati tra piazze, vie, corti, cantine, negozi del paese.

Un cammino tra fede, fantasia, artigianato, seguendo un lunghissimo cordone rosso con grandi palle argentate e dorate. Fino al castello dove sono allestiti anche i classici "mercatini" coi prodotti locali e dove si tengono spettacoli musicali legati alle festivitá. Presepi classici in legno o in terracotta nel puro stile napoletano, ma anche in vetro, pasta alimentare, carta di giornale, sughero, semi e foglie di granturco. Minuscoli all'interno di un bicchiere o a grandezza naturale. E perfino uno subacqueo in una fontana del paese con animali marini al posto delle statuine. O un altro ambientato in un plastico ferroviario. E un grande presepe completamente in movimento, con tutte le attività di un paese come Ossana, dalla falegnameria al fabbro, dal forno al mulino, frutto del lavoro di un appassionato, Domenico Bezzi, tra gli anni '60 e '80, e gelosamente conservato dalla famiglia col sostegno del comune.

Davvero una festa del presepe che ogni anno cresce in numeri e qualità. Visitato da migliaia di persone é frutto dell'impegno di assiciazioni di volontariato, gruppi, scuole, famiglie e singoli artisti di Ossana e della Val di Sole. Quest'anno la novità del presepe per il Centenario della Grande guerra. "Il grande presepe - spiega il sindaco Luciano Dell'Eva - dará vita ad un ciclo di albe e tramonti, suoni della guerra che lasceranno poi posto alle musiche natalizie". Commozione e speranza. Ed é davvero difficile nascondere una lacrima.

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