lunedì 3 febbraio 2020
È ancora scontro nella maggioranza tra M5s e Italia Viva. Anche il Partito democratico ribadisce la sua contrarietà alla riforma del ministro pentastellato
Milano, apertura 1° febbraio dell'anno giudiziario: il ministro Alfonso Bonafede, la presidente della corte d'Appello, Marina Tavassi

Milano, apertura 1° febbraio dell'anno giudiziario: il ministro Alfonso Bonafede, la presidente della corte d'Appello, Marina Tavassi - FOTOGRAMMA

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Ancora tensioni nella maggioranza sulla riforma della prescrizione. Il leader di Iv, Matteo Renzi, resta fermo sulle sue posizioni e avvisa il ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede: «Non si può andare contro tutti. Partiamo dal lodo Annibali per bloccarne gli effetti e discutiamone insieme. Se invece Bonafede vuole forzare, sappia che almeno al Senato non ha i numeri».

Dopo l'avvertimento, Renzi mostra volontà di mediare: «Chi è che ricatta? La legge che noi proponiamo trova la condivisione degli
avvocati, dei magistrati e dei commentatori. Contro è rimasto solo Bonafede». Ai 5 stelle, sottolinea, ricorda che «non hanno la maggioranza in Parlamento, lo sto dicendo in amicizia», assicura. Quindi «il premier Conte ha tutto l'interesse a prendere atto che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica, degli avvocati e dei magistrati, non vuole la legge Bonafede. Mi auguro che sarà il primo ad avere interesse a sminare questa situazione. Penso che legislatura andrà fino al 2023 - dice Renzi - spero e mi auguro che anche il governo duri fino al 2023. Ci dia una mano Conte a sminare le questioni in ballo».

Anche l ministro Roberto Speranza (Leu) prova a mediare e si dice «sicuro si possa trovare una sintesi, anche su questa materia». Nessuna minaccia dal Pd, dove però si ribadisce la netta contrarietà al progetto: «Stupisce che il ministro Bonafede non si renda conto che la sua posizione è del tutto insostenibile. Lo stop alla prescrizione - dice il deputato e costituzionalista Stefano Ceccanti - dopo il primo grado gli è stato concesso da Salvini nella precedente maggioranza, mentre su quella norma le altre forze che oggi governano col M5S avevano presentato una pregiudiziale di costituzionalità. Possibile che non si renda conto che lui è rimasto al suo posto ma che la maggioranza è cambiata? Per di più la posizione contraria è sempre più diffusa nel Paese, come dimostrato dall'apertura dell'anno giudiziario. Quindi una mediazione seria va cercata e trovata perché in politica non basta pensare di avere ragione contro ogni evidenza».

Dall'opposizione partono strali contro la linea del guardasigilli. Giorgia Meloni di Fdi spera che «Renzi vada fino in fondo. È ragionevole fare un pacchetto di iniziative sulla giustizia. Ma far calare la mannaia della prescrizione così non è un bene allo Stato di diritto». Interviene anche il leader della Lega Matteo Salvini: «Pronti a sostenere qualunque proposta per ridurre i tempi dei processi e assicurare la certezza della pena».




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